“Ieri Marinai, oggi Piloti”: e perché l’Unione Marittimi

Vincenzo Bellomo
Dal presidente dell’Unione Piloti, comandante Vincenzo Bellomo, riceviamo una lunga nota in cui si replica a una comunicazione di FedePiloti estremamente polemica verso la sua organizzazione. Ne riportiamo alcuni brani, per esigenze di spazio. Rammaricandoci – se ci è concesso intervenire su uno scontro che è in atto ormai da parecchio – della evidente frattura tra due organizzazioni di seri e capaci professionisti, che forse meriterebbero di chiarire le proprie problematiche in un’unica entità: sulla base dell’antico principio secondo cui è l’unione a fare la forza.
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Leggiamo, tra lo sconcertato e il rammaricato – scrive il presidente Bellomo – una comunicazione della FedePiloti, nella quale ci sono state rivolte delle obiezioni, per usare un eufemismo, alle quali ci sentiamo di dover dare delle risposte e contestualmente rivolgere delle domande ai nostri colleghi tutti.
Ci teniamo a precisare che nel nostro agire come Unione Piloti e, in quanto orgogliosamente Piloti, ci siamo sempre fatti guidare da ideali di professionalità, correttezza, rispetto e ascolto delle esigenze e dei problemi dei nostri colleghi e della gente di mare tutta. Non dimentichiamo chi siamo, non dimentichiamo quello che il Mare ci ha insegnato, quello che il Mare ci ha dato e quello che il Mare ci ha tolto.
Unione Marittimi non è un nostro vezzo – scrive ancora Bollomo – non è una espressione di supponenza. Vuole essere una associazione a disposizione di tutti gli Uomini di Mare. Vuole rispolverare il nome della Marina Mercantile Italiana, sepolta nella polvere da anni di tentativi di screditamento: la “indotta” crisi di vocazione, il depauperamento dei diritti minimi sindacali, la strozzatura degli accessi alla carriera del mare per i giovani.
Per quanto riguarda la visita di Unione Piloti al Parlamento Europeo, durante la quale abbiamo avuto l’onore e il piacere di conoscere il vice presidente Fabio Massimo Castaldo, che ha espresso vivo apprezzamento per la nostra attività essendo lui conoscitore delle problematiche della gente di mare, da quello che leggiamo nel comunicato, ci siamo convinti che i nostri colleghi abbiano male interpretato le nostre intenzioni.
Nell’incontro abbiamo voluto esprimere le priorità di UP per ribadire l’importanza della figura del servizio di pilotaggio, unico escluso dalla liberalizzazione prescritta dal Reg. (UE) 352/2017, e presidio imprescindibile per la sicurezza portuale nonché della geopolitica del mare. Tuttavia ci assale un dubbio. Nel comunicato ci si affanna a sottolineare che l’unico soggetto istituzionalmente preposto a relazionarsi con le istituzioni Europee è l’EMPA, di cui FedePiloti è socio fondatore, per cui si dice “fuor d’opera” la pretesa di UP di potere o volere interloquire con il Parlamento Europeo.
Unione Piloti ha presentato la sua richiesta di associazione all’EMPA più volte ormai, ma da sempre ci è stato risposto che il consenso avrebbe dovuto essere dato in primo luogo dalla FedePiloti, in quanto appunto socio fondatore. Consenso che ci è stato puntualmente negato perché in EMPA – si dice – non può essere riconosciuta più di una sola organizzazione sindacale nazionale.
Posto che non abbiamo trovato nello Statuto EMPA alcuna indicazione nella quale si indichi questo limite e posto che ci risulta che i colleghi belgi sono rappresentati in EMPA da 5 diverse associazioni sindacali, non vogliamo e non possiamo davvero arrivare a credere che i nostri colleghi di FedePiloti si preoccupino di confrontarsi “ad armi pari” con i 42 colleghi che attualmente ci onoriamo di rappresentare. La loro voce, da tempo difforme da quella di FedePiloti, ha lo stesso democratico diritto, sancito a lettere di fuoco nella nostra Costituzione, di essere espresso nelle sedi istituzionali preposte, e non certo imbrigliato in fantomatici cavilli burocratici.
E inoltre il fatto di avere inoltrato a tutti i colleghi interessati al rinnovo tariffario il dispaccio (registrato, vidimato e protocollato ) con il quale si informavano le Direzioni Marittime che le tariffe in vigore per il 2019 dovevano essere ritenute valide fino alla regolare conclusione dell’iter procedurale di definizione delle stesse, perché sarebbe una “voce riferita”? Qual è l’accusa? Di avere semplicemente offerto un servizio ai nostri colleghi tutti (ripetiamo tutti) informandoli tempestivamente di una notizia certamente di loro interesse?
Vincenzo Bellomo
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