Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Il corallo e l’arte dei monili nella mostra all’epoca di Modì

Nella foto: Un ritratto firmato da Modigliani che evidenzia una bella collana di corallo.

LIVORNO – Nel quadro delle iniziative che si accompagnano alla mostra su Modigliani e l’Ecole de Paris al Museo della città, ieri è stata inaugurata anche una specifica rassegna su “Il corallo all’epoca di Modigliani”. La mostra è stata curata da Ottavio Lazzara, esperto del settore e discendente di una famiglia che nell’ottocento vantava una vera e propria industria locale sul corallo e da Mariateresa Talarico, grande esperta e già curatrice di un’analoga rassegna nel castello di Vicopisano e di altre iniziative sul tema. Alla presentazione della rassegna, che si è svolta venerdì scorso, hanno partecipato oltre ai due curatori il presidente della Fondazione Livorno Corrado Betti, l’assessore alla cultura del Comune Simone Lenzi, il presidente della commissione arte a cultura della Fondazione Luciano Barsotti e la presidente del Rotary Olimpia Vaccari. Il Rotary, la Fondazione Livorno e il Comune hanno patrocinato la rassegna che rimarrà aperta fino al 16 febbraio.

[hidepost]

Acque nella città una fiera annuale del corallo che faceva accorrere i pescatori con il corallo grezzo da ogni parte. La mostra intende ricostruire la storia dell’oro rosso del nostro mare, che ha visto Livorno come uno dei primi centri del Mediterraneo per la pesca, la raccolta e la lavorazione del corallo. In particolare la lavorazione del corallo è stata, per lungo tempo, quasi un patrimonio esclusivo della comunità ebraica, che aveva impostato criteri di pesca, di trattamento e di commercio del corallo unici al mondo: criteri derivati dalla numerosa comunità sefardita che si era trasferita a Livorno con le leggi livornine. All’epoca d’oro intorno al 1600 a Livorno lavoravano oltre tremila “corallaie”, specializzate nella cernita e nella lavorazione dei rametti di coralli che venivano raccolti lungo la costa Sud di Livorno – il più bel corallo del Mediterraneo, ha sottolineato Mariateresa Talarico durante la presentazione della mostra – e portati al mercato livornese. Nel 1656, riferiscono le fonti di allora, attraccarono a Livorno oltre cinquecento barche corallare, provenienti in gran parte da Trapani: e successivamente nacque una fiera annuale del corallo che richiamava i pescatori con il corallo grezzo da tutto il Mediterraneo.

La mostra che è stata aperta ieri al Museo della città, dove è ancora aperta quella su Modigliani, presenta una selezione di monili di grande interesse e pari valore, a testimonianza dell’arte ormai perduta di lavorare i “rametti” creati dalle colonie dei polipi come substrato e “casa” sul fondo del mare.

[/hidepost]

Pubblicato il
22 Gennaio 2020

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio