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Containers negli anni a Livorno

Angelo Roma

LIVORNO – I dati ufficiali recentemente anticipati dal’AdSP di Palazzo Rosciano si riferiscono al 2019 con qualche proiezione nei primi mesi di quest’anno. Ma se vogliamo un’idea di quali sono stati gli sviluppi (o le involuzioni) dei traffici nel porto negli ultimi dieci anni, occorre fare una ricerca non semplice. L’ha fatta per noi, limitandosi al piano statistico – che tuttavia è più che sufficiente per avere il quadro reale – il maritime consultant vicepresidente dell’interporto Vespucci Angelo Roma. Ecco le cifre, nude e crude.

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1968: 9.000 unità (circa);

1980: 406.812 unità (trasbordi compresi) al primo posto nel Mediterraneo (*);

(*) così scrivevano a Genova: “Nel 1969 entra in funzione a Genova il primo terminal container del Mediterraneo e, nel 1971, con 127 mila TEUs, Genova è seconda solo a Rotterdam. Ma il primato dura poco: già l’anno dopo è superata da alcuni porti del Nord Europa e alla fine del decennio deve cedere anche la leadership nel Mediterraneo, battuta da Marsiglia, Barcellona e persino da Livorno”.

1981: 406.112 (da quest’anno i conteggi saranno espressi sempre in TEUs);

1986: 506.042 (trasb. compresi), ancora prima posizione in ambito Mediterraneo;

1987: 552.142 (trasb. compresi) 1° nel Mediterraneo e 20° al Mondo;

1997: 512.088 (71° porto al mondo);

2002: 546.882 (94° porto al mondo);

2003: 592.778 (99° porto al mondo);

2005: 658.506 (Livorno esce dalla TOP 100 mondiale);

2007: 745.557 (la Zim movimenta, da sola, quasi 100.000 TEUs);

2011: 637.798 (dopo 50 anni la Zim abbandona il porto di Livorno);

2016: 800.475 (massima movimentazione raggiunta nel corso degli anni);

2019: 789.833 TEUs (di cui 230.318 trasbordi); in quinta posizione come porto italiano gateway (senza trasbordi); quarto, invece, come scalo di transhipment ed infine, primo per quantità di merce movimentata dai ro-ro.

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Pubblicato il
22 Aprile 2020

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