Commissari “vil razza dannata”

LIVORNO – Mettiamola così: siamo ancora in clima post-Ferragosto e un po’ in tutti i porti vige almeno per la metà lo smart working, che spesso vuol dire “chi lavora e si strapazza/maledetto lui e la sua razza”. Lo so, comincio male. Eppure basta leggere un po’ di stampa, specializzata o no, per capire che il clima post-Ferragosto è percorso da scorrerie di ogni tipo. Tema del momento, dibattuto specie a Genova e ovviamente a Roma, i commissari dei porti che hanno avuto dall’ultimo decreto la strada accelerata per i propri progetti. M’è venuto da parafrasare, in questo titolo forse un po’ eccessivo, Verdi nel Rigoletto e il suo “Cortigiani, vil razza dannata”. Ma ci sta.

Ho già scritto quando fu annunciata questa trovata dei commissari – ovvero alcune settimane fa – che sul tema c’erano parecchie perplessità. Più sinteticamente: se il governo ha deciso di accelerare pratiche e finanziamenti su alcuni porti, lo ha fatto in base a progetti concreti, portati avanti concretamente, dalle relative AdSP. E allora perché commissariali per le opere urgenti? Non sarà meglio – mi ero chiesto e lo ripeto – dare eventualmente poteri commissariali ai presidenti, per aiutarli a sperare i mille lacci e laccioli della burocrazia?

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Nella cacofonia che viene dal mondo della logistica portuale, cerco di fare il punto sul sistema che fa capo Lavoro e Piombino. Punto di forza la Darsena Europa, per la quale Stefano Corsini, presidente dell’AdSP, ha già messo insieme almeno mezzo milione di euro di danaro pubblico che rappresenta due terzi della cifra necessaria a partire. In questi giorni da Palazzo Rosciano è partita la richiesta formale di valutazione VIA sul progetto Darsena Europa. Gli uffici tecnici hanno già pronta la bozza della gara per la progettazione di dettaglio che precederà quella per la costruzione e la gestione. Piombino da parte sua è diventato, da modesta porta dell’Elba, un porto dove si stanno insediando imprese internazionali e dove si lavora alla pre-demolizione di una prima nave, nel quando di un progetto di grande respiro. Il “sistema” sta rilanciando l’interporto Vespucci, con un’opzione sempre più concreta di ingresso in forze delle FS. Livorno è stato il primo porto, sia pure tra polemiche e ironie, a dotarsi di un sistema di “cold ironing” improvvisamente scoperto da tanti altri scali nazionali. Insomma, malgrado tanti mugugni e tanti ritardi – gara bacini, microtunnel, porto turistico del Mediceo, Bellana, assetti definitivi delle Autostrade del Mare, etc – ci mancherebbe adesso un commissario ad acta da affiancare o sovrapporre al Comitato di Gestione. Per favore, siamo seri. Se Corsini non va, c’è una scadenza prossima: ma per favore non facciamo scelte dettate dalla politica, proprio in vista delle elezioni regionali. Calma e gesso.

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C’è da chiedersi, a questo punto, perché Assoporti sul tema dei commissari continua a tenere un “low profile”: ovvero sta quasi zitta e muta. Eppure avrebbe tutti i motivi per farsi sentire, ribadendo la necessità di non delegittimare i presidenti delle AdSP. Smarrita nelle strade della burocrazia e della politica la conferenza nazionale che avrebbe dovuto ciclicamente mettere insieme i porti e il governo, si assiste al proliferare delle istanze locali: ogni porto per se e nessuno per tutti. È solo un sospetto, o c’è un disegno politico del governo centrale a far si che, come i polli di Renzo (Promessi Sposi, per gli immemori) i porti si becchettino tra loro lasciando invero potere ai palazzi romani?

Antonio Fulvi

 

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