Presidenze: a chi in mano il pallino?
LIVORNO – Facciamo tutti finta che sia solo gossip, poco onorevole per testate serie che si devono seriamente occupare di logistica evitando la politica. Ma c’è un problema: la scadenza dei vertici di ben tredici AdSP su sedici non esula dalla politica ma riguarda proprio l’operatività della logistica, e non soltanto portuale.
Riassumo: scadono a marzo prossimo – in pratica entro 5 mesi – i seguenti presidenti: Andrea Agostinelli (commissario a Gioia Tauro), Zeno D’Agostino (Trieste), Sergio Prete (Taranto), Francesco Maria di Majo (Civitavecchia), Daniele Rossi (Ravenna), Rodolfo Giampieri (Ancona), Paolo Emilio Signorini (Genova), Pietro Spirito (Napoli), Carla Roncallo (La Spezia), Pino Musolino (Venezia), Stefano Corsini (Livorno), Andrea Annunziata (Messina) e Ugo Patroni Griffi (Bari). L’ordine con cui li ho elencati è quello del decreto ministeriale che annuncia le scadenze ed apre le dichiarazioni di interesse di eventuali candidati: candidature, con tanto di curricula, da presentare entro il 27 di questo mese. Ho fatto rilevare la volta scorsa che c’è la scelta della sede da parte di chi si candida. L’avevo indicata come novità ma non è così: c’era già nel testo di Delrio. E’ un dettaglio non da poco, perché (non dimentichiamolo) i presidenti vengono nominati dal ministro (e con l’ulteriore novità di questa volta dal viceministro delegato ad hoc) con l’accordo del presidente della Regione. Conta dunque scegliere dove candidarsi anche in base alle relazioni.
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Tutto ciò ribadito, veniamo al gossip. E qui ce n’è a iosa. Se da oggi a marzo l’attuale governo rimanesse in sella, e gli attuali ministri e sottoministri pure, la guerra sarebbe tra PD e 5 Stelle. Le ipotesi che circolano sono di alcune conferme pressoché certe: Agostinelli (anche spostabile altrove), Daniele rossi, Rodolfo Giampieri e Ugo Patroni Griffi. Francesco Maria di Majo e Pino Musolino si portano addosso il pietrone delle contestazioni delle locali istituzioni. Per gli altri, terreno sconosciuto, o come scrivevano i romani “Hic sunt liones”.
Ci fanno anche notare che la delega sui porti è stata data dal ministro De Micheli (PD) al sottosegretario Roberto Traversi (5 Stelle): ma il ministro si è riservato, alla sua delega, le decisioni che possono essere in qualche modo strategiche e di rilevanza politica. Il che, letto dai più sottili commentatori, può voler dire che alla fine non solo può metterci becco, ma che non ha alcuna intenzione di lasciar fare là dove il partito può pretendere. Con riconferme, sostituzioni o compensazioni. Sarà il risultato delle elezioni regionali a dare il pallino in mano a chi avrà vinto. E questo, scusatemi ma non è gossip: è partitocrazia.
A.F.
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