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Sulle “Ecoballe” di Follonica sospesa la ricerca della MM

Nella foto: Un momento delle operazioni a bordo del cacciavite della Marina.

FOLLONICA – Diciassette individuate, sedici recuperate, altre diciassette spiaggiate o finite nelle reti dei pescatori: è il bilancio, ad oggi, dell’operazione recupero “ecoballe”. Di 56 che sarebbero cadute cinque anni fa da una nave, ne mancano dunque all’appello altre sedici. E la campagna con i sub e le navi della Marina Militare è terminata. C’è chi la vede come una mezza vittoria e chi una mezza sconfitta.

Di certo c’è che il cacciavite “Rimini” ha setacciato venti chilometri quadrati di mare utilizzando gli strumenti più sofisticati a disposizione, compresi ROV e Sonar. Sott’acqua si sono spinti gli specialisti del Varignano, i sommozzatori della Guardia Costiera, gente addestrata e cercare anche mine e oggetti più piccoli delle “balle” di plastica pressata da oltre una tonnellata l’una. Ma il fondo del mare in quella zona è praticamente privo di visibilità: fango in sospensione, forte corrente, pulviscolo: i sub hanno dovuto tastare alla cieca ogni metro quadro. Impossibile fare di più.

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Che succederà ora? Evitando al momento di chiederci perché le ricerche siano cominciate solo cinque anni dopo la perdita delle balle dalla nave – ma dovremmo poi chiedercelo, se è solo colpa della burocrazia che ha fermato persino il commissario del Ministero dell’Ambiente – sembra che si stia programmando una nuova campagna di ricerca: partendo questa volta da uno studio preliminare sulle correnti della zona. La tesi attuale è che le “ecoballe” in acqua hanno un peso notevolmente inferiore per la legge di Archimede (meno di 180 kg) e quindi, anche ammesso che quelle mancanti non si siano sfasciate e disperse, potrebbero essere state rotolate dalle correnti molto fuori zona A ottobre si ricomincerà la caccia con i sub. Sperando di non fare un altro buco nell’acqua.

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Pubblicato il
9 Settembre 2020

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