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I remi, con l’utile e il (?) dilettevole

LIVORNO – Certo, la vignetta qui sopra è una battuta di spirito. Ma il crescendo delle normative mondiali per limitare le emissioni inquinanti da parte delle navi – e in particolare da quelle da crociere, che vengono ipotizzate come “absolutely green” – ha spinto qualche spirito allegro a configurare un ritorno ai remi, con i turisti invitati a vogare in sostituzione dell’attività di fitness nelle palestre di bordo. Divertente? Chiediamolo ai croceristi: dubito che anche i più “green” apprezzerebbero.

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Tornando alle cose serie, se la crescita del GNL come carburante nelle navi da crociera viene considerato oggi il principale contributo alla riduzione delle emissioni dannose (insieme agli scrubber sulle navi ancora a fuel tradizionale), per i tecnici delle principali case motoristiche navali la soluzione ottimale, quando la tecnologia lo consentirà, sarà l’idrogeno. E ci si sta lavorando. Abbiamo già scritto di recente che le celle per l’idrogeno sono da tempo una realtà nei sottomarini: ma se la tecnologia è matura, i costi e i problemi di stivaggio delle celle sulle navi commerciali esistono sempre. Ma è indubbio che anche nel campo automotive si lavora sull’idrogeno e che la frontiera diventa sempre più vicina.

In alternativa e in attesa, abbiamo scritto anche di sperimentazioni di vele, cilindri velici, mega-aquiloni eccetera. Ai remi non c’eravamo arrivati, ma evidentemente c’è chi ha più fantasia di noi…

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A suffragare la tesi dell’idrogeno, arriva proprio in questi giorni un accordo tra Saipem e Snam “per dare vita a nuove tecnologie focalizzate sulla transizione energetica, sull’utilizzo dell’idrogeno verde alla cattura e il riuso della CO2”: il tutto, secondo una nota che accompagna la via del protocollo, “al fine di contrastare i cambiamenti climatici e contribuire all’avvio dell’utilizzo concreto dell’idrogeno come carburante”.

A.F.

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Pubblicato il
16 Settembre 2020
Ultima modifica
18 Settembre 2020 - ora: 13:13

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