Vocazioni presidenziali al martirio
LIVORNO – Proprio non ce l’hanno fatta, a quanto pare, a scegliere la strada più logica e più producente per i sistemi portuali: quella di prorogare di un anno le attuali presidenze, in attesa che si chiariscano gli sviluppi della pandemia e della crisi economica mondiale.
Il commento generale è che, ignorati o quasi i territori, a Roma si vada a colpi di benemerenze partitiche. Giudizio che non può valere Erga Omnes ma che comunque in parecchi casi ha conferma.
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L’aspetto più significativo della vicenda “ricambio dei presidenti” è che malgrado si sia detto a più riprese che con queste norme i presidenti sono “votati al martirio” (mi sia scusata la vignetta) le candidature sono state decine e decine, da parte dei più disparati personaggi. Solo per l’AdSP del Nord Tirreno (Livorno, Piombino etc) ci sarebbero undici candidati; senza considerare la dottoressa Macii che correttamente si è candidata senza indicare l’AdSP in cui lavora, lasciando l’eventuale scelta al ministro. Dunque sarà anche un martirio fare il presidente. Ma a quanto pare, vista la retribuzione (e il potere indotto) più del dolore – Dante dixit – potè il digiuno…
A.F.
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