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L’addio a Francesco Nerli

Francesco Nerli

LIVORNO – Ora che Francesco Nerli ci ha lasciato – un po’ troppo presto, aveva solo 71 anni – il suo “coccodrillo” lo scrivo malvolentieri: più di sempre. Non solo perché ci eravamo scontrati tante volte, sempre con massicce dosi di reciproco sarcasmo, ma anche perché lo consideravo una delle teste più intelligenti del calderone. E si sa che, come diceva il generale De Gaulle, in giro i cretini abbondano ma i cervelli sono pochi.

Era nato nella provincia livornese, in quel di Rosignano Marittimo, il paesino arrampicato sulla collina: tanta gente contadina – scarpe grosse e cervello fino – ed era omonimo di quel cardinale del ‘600 che se la dava in diretta con il papa.

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Era decollato grazie al Poi, ma senza mai avere le tre narici delle vignette del Guareschi. Tante presidenze, tanto parlamento, tanto impegno sui porti e per i porti: e tante amarezze, vissute con la certezza di aver ragione. Gli ho voluto bene e riuscivo a rispettare le sue idee, malgrado non sempre rispettasse le mie. Ma con il passare degli anni s’era ammorbidito, senza perdere l’ironia. È stato, a suo modo, un condottiero e un riformatore. Che riposi in pace.

A.F.

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Messaggi di condoglianze che ci sono pervenuti sono tanti. Eccone una parte, in ordine di priorità d’arrivo.

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“Ho appreso con profondo dolore della scomparsa di Francesco Nerli, un uomo esemplare, profondo conoscitore della portualità, già presidente di Autorità Portuali come Civitavecchia, Napoli, oltre che di Assoporti per un lungo periodo durante il quale Assoporti riusciva ad orientare le scelte di governo nel settore. Ha impresso il segno del cambiamento nella portualità. Per noi lavoratori portuali negli anni in cui si discuteva della legge di riforma 84/94, è stato un riferimento grazie al quale è stato possibile correggere le derive negative di chi all’epoca spingeva per l’emarginazione e l’esclusione delle Compagnie dai porti, grazie a Francesco quel disegno non è passato, è da tutti definito il padre della Legge di riforma dei porti la 84/94. Di Francesco ci ricorderemo sempre con stima e devozione e alla famiglia vanno le più sentite condoglianze dei lavoratori portuali livornesi e mie personali.

Enzo Raugei

Presidente CPL Livorno

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“Come non ricordare di Francesco Nerli quel tratto di ironia e di scanzonatura tutte toscane, dietro le quali si celava un’intelligenza, una scaltrezza politica, ma anche una fermezza di idee. Come non ricordare il suo immancabile sigaro toscano che mascherava dietro il suo fumo la fermezza alla guida di Assoporti. Ciao Francesco, grande stratega e rifondatore della portualità italiana”.

Pasqualino Monti

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Duci, Federagenti: “Addio a Francesco Nerli…quella sera davanti a un biliardo. Mi spiace molto per Francesco Nerli. Ho un ricordo bellissimo di una serata con lui a giocare a biliardo al Tunnel dopo aver convinto il maestro di casa a fargli fumare il sigaro dove era supervietato, maniche rimboccate e il tocco del grande giocatore… La mattina dopo era uno dei relatori del primo convegno che avevo organizzato in occasione dello Shipping Dinner quando ero stato nominato presidente dei giovani di Assagenti. Era all’apice del potere, ma si era messo a giocare come un ragazzino, in mezzo a ragazzini. Il suo processo è una delle vergogne della nostra giustizia (ha subìto a sinistra la stessa sorte di Bertolaso a destra: in Italia quando diventi così autorevole e potente tirarti giù dal piedistallo diventa sport nazionale). Sarebbe stato un ottimo ministro dei Trasporti, ma da presidente di Assoporti in fondo in fondo è stato lui un vero e proprio ministro ombra”.

Gian Enzo Duci

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Le Compagnie Portuali Italiane salutano Francesco Nerli.

L’ANCIP, Associazione Nazionale delle Compagnie Imprese Portuali, e tutti i lavoratori dei porti italiani sono profondamente addolorati per la scomparsa di Francesco Nerli.

Viene a mancare uno dei migliori protagonisti dell’evoluzione della portualità italiana degli ultimi decenni.

Ha contribuito a modernizzare e sviluppare il sistema degli scali italiani dando vigore ed efficienza, senza mai trascurare i diritti dei lavoratori e il rispetto per il lavoro.

Si è battuto e ha partecipato alla stesura delle leggi e dei regolamenti comprendendo e anticipando da sempre i bisogni di tutti gli operatori.

Ha pagato di persona per lunghi anni calunnie, attacchi personali e strumentali volti ad ostacolare il suo corretto lavoro, nonostante questo non sono riusciti a fermarlo.

Ci mancherà un amico, un consigliere anche critico quando serviva, una persona che sapeva rallegrarci e guidarci.

Ci mancherà molto.

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Assoporti piange il suo past presidente Francesco Nerli, uno degli autori della riforma portuale, oltre che presidente delle Autorità Portuali di Civitavecchia e di Napoli. Francesco Nerli è stato un uomo di grandi passioni, un uomo di mare, attento alle istanze dei lavoratori con una visione legata allo sviluppo dei nostri porti. La sua generosità non è sempre stata ripagata da eguale moneta. Per oltre un decennio ha dovuto combattere per dimostrare la sua innocenza; per una persona dotata di un forte senso delle istituzioni, si è trattato di una enorme sofferenza, vissuta con grande dignità sino al riconoscimento pieno di innocenza.

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Se ne è andato Francesco Nerli, l’uomo che ha scritto pagine importanti della portualità italiana. È stato deputato del PCI, senatore del PDS, presidente dell’Autorità Portuali di Civitavecchia e di Napoli e poi numero uno di Assoporti, l’associazione degli scali italiani.

Cordoglio da parte del segretario generale dell’AdSP dell’Alto Tirreno, Massimo Provinciali, con il quale Nerli era solito condividere riflessioni e momenti di confronto intellettuale: «Tra le sue tante colpe, questo maledetto 2020 ha anche quella di essersi portato via due monumenti della portualità italiana: a gennaio Giuliano Gallanti, l’avvocato dei moli, oggi Francesco Nerli, padre della legge 84/94».

Per Provinciali «Nerli non ha bisogno di presentazioni: tutti nel mondo dei porti e dello shipping lo conoscevano e, pur nella dialettica, ne apprezzavano le doti di determinazione, talento politico, di capacità di dialogo e concretezza».

I porti erano la sua vita e il suo principale interesse: «argomento dal quale era possibile distoglierlo solo se il discorso virava sulle sue altre due passioni: il Palio di Siena e la Fiorentina».

«Il mio ricordo particolare – ha concluso – va al rigore istituzionale e all’approccio quasi pedagogico con il quale, vent’anni fa, si poneva di fronte a me, allora giovane direttore generale dei porti al MIT, un atteggiamento di grande intelligenza del quale l’ho sempre ringraziato e che me lo fa collocare di buon diritto nell’elenco dei miei maestri. Mi mancherà e mancherà a tutta la portualità».

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L’Autorità Portuale di Civitavecchia piange il suo primo presidente. Se ne è andato il senatore Francesco Nerli, primo presidente della storia dell’Autorità Portuale, nata per effetto della Legge 84 del 1994.

Grazie alle sue intuizioni, grazie ai rapporti consolidati negli anni è riuscito prima a portare a compimento la revisione del Piano Regolatore Portuale e poi a trovare un’enorme mole di finanziamenti che hanno portato alla radicale trasformazione dello scalo, a renderlo quello che è oggi, aperto a qualsiasi tipologia di traffico.

Quello che era un piccolo porto di una realtà di provincia, grazie a Nerli è diventato il Porto di Roma, uno degli approdi di maggiore importanza a livello nazionale e nel Mediterraneo.

Ma la sua opera è andata oltre quelle che sono state le intuizioni prima e le realizzazioni poi.

La stessa crescita e il prestigio accumulato negli anni dall’Ente sono figli del suo lavoro, della sua tenacia e della serietà con la quale ha sempre affrontato i problemi.

In questo momento, tutta l’Autorità Portuale di Civitavecchia si stringe attorno alla famiglia nel ricordo di un grande uomo.

“Francesco Nerli è stato sicuramente – dichiara il presidente Francesco Maria di Majo – l’artefice dello straordinario sviluppo che il porto ha avuto negli ultimi decenni e credo di interpretare il pensiero di tutta la comunità portuale locale e di chi ha lavorato a stretto contatto con lui nel proporre di intitolare a Francesco Nerli la sala Conferenze dell’Autorità Portuale”.

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Francesco Nerli – scrive Luigi Merlo, Federlogistica – è stato il capostipite e il maestro dei presidenti delle Autorità pubbliche. Un maestro in grado di affermare e difendere sempre la funzione e il ruolo del pubblico nella portualità.

Francesco – ricorda Luigi Merlo, a sua volta presidente dei porti italiani – ha fatto dell’autonomia di Assoporti una bandiera della sua azione, con un’eccezionale coerenza soprattutto quando la politica voleva ridimensionarne il ruolo.

Non sempre le nostre idee sulle prospettive della portualità italiana e sul ruolo delle Autorità Portuali coincidevano – sottolinea Merlo – anche per le diverse matrici ideologiche e politiche: ricordo discussioni lunghe e vivaci che spesso non modificavano le rispettive posizioni ma che, e non lo dico per forma, mi hanno sempre arricchito e fatto crescere.

Come molti – conclude il suo ricordo Merlo – ho imparato molto da lui. E posso dire oggi che avrebbe meritato di completare il suo straordinario curriculum con un ruolo di Governo anche in segno di quella riconoscenza e gratitudine che il Paese intero e non solo la portualità gli devono.

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Pubblicato il
2 Dicembre 2020

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