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Adriatico Centrale: tecnologie, ambiente e urgenze

Rodolfo Giampieri

ANCONA – Rodolfo Giampieri, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale, è oggi tra i più dinamici ed ascoltati del network; e a favore della sua conferma si è mosso tutto il cluster adriatico, dai rappresentanti del comparto marittimo e portuale alle istituzioni locali. Gli abbiamo chiesto alcuni pareri sulle urgenze anche in vista dell’anno nuovo. Ecco l’intervista.

Presidente, shipping e sistemi logistici in generale stanno puntando alla transizione ecologica che il governo italiano ha inserito nel Recovery Plan con oltre 70 miliardi. Come presidente di uno dei più importanti sistemi dell’Adriatico, quali sono le priorità operative?

“Innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale devono essere le priorità di sviluppo dell’economia, anche di quella portuale e dello shipping. Sono entrambi due fattori fondamentali per la crescita sostenibile e per garantire la competitività portuale e delle imprese. Con questi obiettivi, il Recovery Plan rappresenta uno strumento indispensabile per tutto il sistema Italia che richiederà un forte coordinamento fra tutti i livelli istituzionali per far sì che questi fondi europei vengano al più presto utilizzati per gli investimenti programmati e per migliorare e potenziare l’economia reale.

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Per quanto riguarda il Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale stiamo affrontando il tema dell’innovazione tecnologica con una forte cooperazione con Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e le altre istituzioni centrali competenti per poter introdurre sistemi che consentano di semplificare e velocizzare i controlli mantenendone alto il livello qualitativo. Il programma di lavoro concordato ad ottobre riguarda tutti gli scali del sistema del Mare Adriatico Centrale, ma certamente le azioni prioritarie sono concentrate su Ancona e Ortona, i principali porti commerciali del Centro Italia.

Dobbiamo punture su infrastrutture intelligenti, che consentano di portare lavoro durante la loro realizzazione e competitività e nuove opportunità di sviluppo e di crescita con la loro presenza.

Si parla molto del “cold ironing” o in alternativa dell’autonomia elettrica dei porti. A che punto siamo?

“In linea teorica, il “cold ironing” è fra le soluzioni efficaci per l’abbattimento delle emissioni nei porti, che si trovano praticamente tutti all’interno della città. È necessario però definire una strategia di medio-lungo periodo per investire in questo settore puntando sulle nuove soluzioni tecnologiche che possa essere sostenibile dal punto di vista economico. Una strategia che deve poter fare affidamento su scelte di politica energetica condivise europee, con il Green Deal, e nazionali anche grazie a quanto prevede il nuovo decreto Semplificazioni.

In Adriatico specialmente, i dragaggi sono fondamentali; ma spesso siamo ancora alle prese con una devastante burocrazia. Ci sono prospettive su una velocizzazione dei processi?

“Il tema dei dragaggi, particolarmente delicato, è la vera spina nel fianco della portualità italiana a causa di una serie di norme sempre più stringenti. I porti hanno bisogno di dragaggi come linfa vitale per continuare a lavorare nella massima potenzialità. Sarebbe quindi necessario che questa materia entrasse finalmente nella gestione ordinaria portuale smettendo di essere affrontata solo nell’emergenza. La collaborazione fra le istituzioni competenti in questo ambito diventa fondamentale per tentare di velocizzare la gestione dei dragaggi portuali, il cui iter si auspica sia decisamente semplificato.

Il porto di Ancona potrà essere importante per le crociere post-Covid: quali sono le offerte “green” che farete alle compagnie di navigazione e per l’afflusso meno inquinante dei turisti destinati a quelle navi e ai traghetti?

“Stiamo lavorando alla realizzazione di una nuova banchina sul molo Clementino, esterna al porto storico, dedicata al traffico crociere, una nuova infrastruttura per potenziare il mercato crocieristico nel porto di Ancona che ha nella sostenibilità il suo punto di forza. Lo scopo della costruzione della nuova banchina e del nuovo terminal crociere è di incrementare il settore del turismo, in maniera sostenibile, per la città e il territorio, con evidenti ricadute economiche e di sviluppo. L’obiettivo è di accogliere circa 400.000 passeggeri all’anno, con un flusso regolare di 2-3.000 persone ogni giorno per i 120-150 giorni di durata della stagione crocieristica che potranno scoprire Ancona e le Marche. L’investimento previsto per la nuova banchina è pubblico-privato. L’allestimento e la gestione del terminal saranno a carico dei privati per attrarre ulteriormente i traffici. Le soluzioni tecnologiche che saranno adottate per aumentare la sostenibilità saranno oggetto, durante la progettazione, di un costante confronto con il mercato”.

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Pubblicato il
23 Dicembre 2020

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