Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Mediceo, che brutta immagine

Gentile direttore, le allego a queste poche righe via mail la foto che solo parzialmente illustra come si presenta quell’area del porto mediceo di Livorno dove spesso approdavano le navi da crociera. E dove oggi permane – ormai da mesi – una delle già grandi della Carnival, in domicilio coatto causa pandemia con parte dell’equipaggio.

Essendo un pescatore di canna, e non più giovanissimo, frequento da anni il Mediceo, specie sulla parte esterna, dalla ex banchina 75 alle scogliere che proteggono il moletto dell’Assonautica. Un tempo, dove oggi ci sono erbacce e anche una carcassa di automobile a metà cannibalizzato, c’erano i capannoni dei cantieri Orlando e prima ancora un zona militare. Tutto sparito, ma almeno sul piano dell’immagine non è stato un guadagno. Ora si parla di un porto turistico, e ben venga, ma ci vorrà del tempo. E tutto questo brutto biglietto da visita, specialmente se riprenderanno – come tutti speriamo – le crociere?

Roberto Chiesa

[hidepost]

*

Con i tempi lunghi ormai tradizionali per realizzare tutte le infrastrutture italiane, ha ragione il lettore: non dovremmo attendere che sia realizzato il “marina”. Sul quale ci sono anche parecchie incertezze relative all’estensione proprio nelle aree della foto: di competenza, si dice, in parte dell’AdSP, in parte del Comune, forse in parte anche dell’ex cantiere Orlando, oggi cantiere Benetti. Lasciare in questo stato di sporcizia e di abbandono questo pezzo di porto – anche oggi frequentato da molti livornesi, ma anche dalla nautica, dai passeggeri, dai servizi – non è certo il migliore dei biglietti da visita. E non crediamo ci vorrebbe molto almeno per una pulizia, la rimozione di relitti d’auto ed altre macerie e una decorosa pavimentazione. Purtroppo la stessa darsena presenta ancora sulla ex 75 due grandi gru mai utilizzate ed oggi da rottamare, e in acqua alcuni pontoni anch’essi residui di chissà quali falliti progetti, insieme (da qualche tempo) anche alla storica Gregoretti, che a quanto fare non ha pace. Di chi dunque le responsabilità?

[/hidepost]

Pubblicato il
9 Gennaio 2021

Potrebbe interessarti

Avanti adagio, quasi indietro

Potremmo dire, parafrasando Guido Gozzano, che tra gli infiniti problemi che riguardano il nostro mondo attuale, tra guerre e genocidi, ci sono anche le “piccole cose di pessimo gusto”. Tra queste c’è l’incredibile vicenda...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Se Berta ‘un si marìta…

…“E se domani…” diceva un antico refrain musicale. Riprendo le valide considerazioni del nostro direttore sulla sorprendente impasse di alcune nomine presidenziali nelle Autorità di Sistema Portuale soffermandomi su Livorno: Gariglio è stato tra...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Per difendere la pace…

Guerra e pace, più guerra che pace: sembra l’amara, eterna storia dell’uomo. Così, per preservare la pace, sembra proprio che non ci siano che le armi: si vis pacem, para bellum, dicevano nell’antica Roma....

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Sempre più droni sul mare

Se ne parla poco, specie dei più specializzati: come quelli subacquei della Wass di Livorno per Fincantieri, o quelli sempre italiani, costruiti però in Romania dall’ingegner Cappelletti della livornese ex Galeazzi. Però adesso Fincantieri,...

Leggi ancora

Porti teu in overcapacity?

Riforma della riforma portuale: l’articolato Rixi che abbiamo anticipato – che naturalmente deve passare anche dalle Camere – punta dunque a coordinare lo sviluppo degli scali, oggi lasciato eccessivamente alla potenza dei singoli “protettorati”...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora
Quaderni
Archivio