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Nave “Vespucci” compie novant’anni

LA SPEZIA – Nave “Vespucci”, il bel veliero della nostra Marina Militare che effettua ogni estate la campagna d’addestramento degli allievi ufficiali dell’Accademia Navale, compie novant’anni. È stato infatti varato nel 1931 su progetto tutto italiano in un cantiere italiano, riprendendo per sommi capi – e con i necessari ammodernamenti – i canoni di scafo della marina borbonica.

In vista delle (raccolte) celebrazioni per il suo anniversario, il “Vespucci” si sta preparando alla prossima crociera estiva: ma non si da ancora se sarà ripreso il programma del giro del mondo, abortito l’estate scorsa per colpa del Covid, o se anche quest’anno la crociera rimarrà in acque mediterranee.

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Nella foto: L’ammiraglio Cavo Dragone alla partenza della crociera 2020.

Sul tema della crociera estiva del 2020 il direttore del periodico Barche d’epoca e classiche Paolo Maccione ha recentemente intervistato il comandante del “Vespucci” capitano di vascello Gianfranco Bacchi con una serie di domande relative anche ai programmi d’addestramento. Bacchi è il 122° comandante della bella nave a vela ed ovviamente ne è orgoglioso. Due passaggi dell’intervista ci sono sembrati particolarmente significativi, eccoli di seguito.

Il primo: alla domanda del direttore Maccione sulla scarsa “marittimità” degli italiani, che non seguirebbero come in altre nazioni gli eventi e le imprese dei nostri uomini di mare, il comandante Bacchi ha risposto:

Nella foto: Il comandante del Vespucci cv Bacchi.

“I valori di marittimità sono emblematici di una storia navale in costante crescita. La tradizione e l’autoproclamazione non vanno di pari passo. Dal mio punto di vista la definizione non corrisponde alla reale identificazione del nostro popolo. La cultura marinara va costruita, non può essere regalata dai chilometri di coste. Siamo una Marina relativamente giovane se confrontata con paesi e popoli che hanno fondato la loro storia sul mare continuativamente fin dai primi secoli del primo millennio. Il risultato è piuttosto evidente. Prendiamo un esempio molto vicino a noi, la Francia, e a come sentono la loro identificazione popolare nella figura di Éric Tabarly, celeberrimo armatore dei Pen Duick, un ufficiale di Marina diventato navigatore solitario e celebrato, alla sua scomparsa, da parate navali. Sinceramente, non ricordo la stessa attenzione per l’ammiraglio Straulino. Mentre scrivo si sta svolgendo la Vendée Globe, una regata in solitario attorno al mondo, senza scali e a cui sta partecipando 1 (uno) italiano e una ventina di francesi, di cui alcune donne. Mi sembra piuttosto significativo sul valore che viene attribuito alla navigazione da parte dei paesi in relazione alla loro cultura. Purtroppo in Italia c’è stata una significativa frattura storica temporale fra l’epoca delle Repubbliche Marinare, la “Serenissima” e la ricostruzione di una coscienza navale successiva forte e duratura. Come dicevo, noi stiamo crescendo ma la cultura non si genera in un giorno.

La seconda domanda di Maccione riguarda la componente femminile dell’equipaggio del “Vespucci”.

La risposta. “Nella mia nave esiste una considerevole quota femminile. Parlo di un numero che sfiora le cinquanta unità. Se attribuissi una qualunque accezione di malasorte alla loro presenza, non mollerei gli ormeggi nemmeno per un trasferimento di poche miglia. Non sarei nemmeno così sicuro sul concetto di ingentilimento dell’animo del marinaio. Ormai siamo portati a considerare uomini e donne alla stessa maniera e l’effetto “gentile” lasciato dal profumo femminile nelle nostre plance a sostituire l’odore del dopobarba, si è esaurito in pochi anni. Donne e uomini lavorano in simbiosi e senza incarichi di genere. Ufficiali, nocchieri, meccanici, infermieri, motoristi o operativi condividono le loro professionalità con estrema serietà e collaborazione. La promiscuità dell’ambiente lavorativo presenta effetti positivi e negativi. Il bilancio finale è un pareggio a cui si somma il valore aggiunto fornito da una risorsa umana a cui abbiamo rinunciato fino al 2000. Il loro miglior pregio? La sensibilità. Il peggior difetto? La sensibilità. Anche questo, un bel pareggio”.

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Pubblicato il
13 Gennaio 2021

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