Validi gli impegni “green” verso un mondo pulito
MILANO – Dall’inizio dell’anno a qualche giorno fa non sembrava: eppure il 2020 e anche questo primo sorcio di gennaio 2021 sono stati, secondo i rilevamenti a livello mondiale, la coda del decennio più caldo della storia del pianeta, almeno da quando sono state regolarmente registrate le temperature. Siamo a 1,2 gradi in più rispetto alle rilevazioni (ottenute con vari metodi sul carbonio e altro) del periodo pre-industriale. Sempre secondo gli accordi di Parigi del 2015 sul clima mondiale, siamo appena a mezzo grado sono il limite stabilito sulla “sostenibilità”. Ancora secondo gli accordi, bisognerà intensificare le azioni per un mondo più “green” se non vogliamo cadere in una crisi non più risolvibile.
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Naturalmente stiamo scrivendo – sostengono gli studiosi dello studio guidato da Niklas Hohne nell’università di Wageningen – di ipotesi che la scienza può solo in parte verificare. Ma se venissero mantenuti tutti gli impegni dei governi sottoscritti dopo gli accordi di Parigi, le cose migliorerebbero decisamente e l’apocalisse verrebbe evitata.
Tra gli impegni più decisi ci sono quelli sottoscritti dalle due più importanti nazioni industriali: la Cina e gli USA. I cinesi, riportano gli accordi, si sono impegnati a raggiungere lo stadio di “zero emissioni nette” nel 2060. Il Giappone lo raggiungerà dieci anni prima nel 2050 secondo i suoi dirigenti. L’Europa sta impegnandosi per ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 e per lo “zero emissioni” entro il 2050. E gli Usa, sui quali si è dibattuto a lungo ai tempi di Trump – che aveva minacciato gli accordi di Parigi – hanno promesso con Biden un gigantesco piano di 2 mila miliardi di dollari per raggiungere la fatidica soglia dello “zero emissioni” nel 2050.
Come potranno essere raggiunti questi obiettivi? Un po’ tutti i paesi puntano sull’energia eolica e solare, oltre alla riduzione drastica dei combustibili fossili. Per alcuni studiosi siamo anche arrivati alla possibilità concreta della fusione nucleare, ben più pulita e non pericolosa rispetto alla fissione delle attuali centrali. I trasporti dovranno fare la loro parte, ma la stanno già facendo, specie sul mare. E la finanza internazionale sembra spingere ancora proprio in questa direzione.
Poi, ciascuno di noi anche individualmente dovrà fare la sua parte.
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