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Porto turistico o approdo? Il dilemma Livorno

Nella foto: Il vecchio progetto del Marina Mediterranea di Walter Martigli.

Riceviamo da un gruppo di velisti del “muro del pianto” (come si definiscono) del porto Mediceo.

Abbiamo letto a più riprese, sia sui quotidiani sia su queste pagine, che tutte la nostre barche oggi nel porto mediceo, a cominciare da quelle dei circoli del muro del pianto (e basterebbe il nome per capire quanti guai abbiamo affrontato!) dovranno essere trasferite per dare spazio al “marina” della società riferita al cantiere Benetti. Però ci si prospettano, a quanto si capisce, solo due soluzioni: trasferirci nella darsena nuova, dove venivano varate le navi del defunto cantiere Orlando, con il grosso limite del ponte girevole (e noi velisti saremmo letteralmente in prigione, con libertà programmata in poche ore); oppure il ventilato approdo turistico da realizzare alla Bellana. Di quest’ultimo sogno i più vecchi di noi ricordano un progetto che risale ad almeno mezzo secolo fa, di una società che era appoggiata dalla Compagnia lavoratori portuali del direttore Bruno Fontanelli, anch’egli appassionato di nautica (e da poco, purtroppo, scomparso). Ora si riparla della Bellana: con lo stesso progetto di allora? E in che tempi, senza farci prendere in giro?

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Nella foto: La bozza del nuovo approdo turistico della Bellana.

Sui tempi, piacerebbe anche a noi avere qualche idea. Come si vede dal rendering presentato di recente da un filmato (Scovavento) dell’AdSP sul prossimo futuro del porto di Livorno, l’approdo turistico della Bellana è completamente diverso dal progetto della società Marina Mediterranea del compianto Bruno Fontanelli, progetto che fu addirittura presentato in Francia nella Costa Azzurra ma poi affondato dalla politica (hobby, barche da ricchi…). Il rendering dell’AdSP (che per stessa definizione del presidente Stefano Corsini non ha pretese di esattezza ma è solo indicativo) comporterebbe anche una sostanziale modifica della diga curvilinea e la realizzazione di una nuova diga a protezione della traversia, praticamente con l’allacciamento a terra della Vegliaia. Due opere impegnative, costose e che richiederebbero tempo.

Sul piano della maggior concretezza, sembra più credibile l’idea di fare il trasferimento delle barche e barchette senza alberatura nella darsena nuova, e spostare progressivamente all’interno del Mediceo le barche a vela mano a mano che avanzeranno i lavori del “marina”. Potrebbe essere impegnata l’area davanti alla Capitaneria e in parte anche quella a Nord del molo Elba allungato. Anche per questo, tempi d ipotizzare. È il bello (bello?) del vago che impera.

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Pubblicato il
20 Gennaio 2021

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