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In atto l’apocalisse degli insetti

ROMA – Il nome del fenomeno è volutamente allarmante: apocalisse degli insetti. E lo è perché gli eventi che descrive sono potenzialmente devastanti per la biodiversità e la vita sul pianeta, ma l’attenzione che riceve da parte della politica e dell’opinione pubblica è minima. Cercano di porre rimedio 56 scienziati da università di tutto il mondo, autori di 12 studi pubblicati simultaneamente l’11 gennaio sulla rivista Proceedings of the National Academies of Sciences.

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Va detto che i contorni dell’apocalisse degli insetti sono ancora incerti e la stessa comunità scientifica non è concorde su tutti gli aspetti. Quello che si sa con certezza, e che emerge dagli studi pubblicati ieri, è il tasso con cui stanno scomparendo le specie di insetti: ogni anno muore l’1-2% degli individui.

Le cause? Tra quelle accertate ci sono i cambiamenti climatici, l’inquinamento dovuto a insetticidi ed erbicidi, l’inquinamento luminoso, l’arrivo di specie invasive e i cambiamenti nell’agricoltura e nell’uso del suolo. Il problema è la carenza di dati. Anche quelli primari, come il numero di specie di insetti esistenti. Ne sono state classificate 1 milione, ma si stima che ne esistano almeno altri 4 milioni. In alcune aree, poi, le informazioni su cosa sta avvenendo sono lacunose se non del tutto assenti.

In questo puzzle, quindi, mancano ancora molti pezzi ed è difficile per gli scienziati restituire un’immagine chiara di cosa sta succedendo. Un altro problema è riuscire a soppesare i dati contrastanti. Non tutte le specie stanno subendo dei crolli di popolazione. In alcuni casi, al contrario, le rilevazioni segnalano un’espansione. Che può essere legata all’impatto dei cambiamenti climatici (se allargano l’areale abitabile), ma anche al ‘decongestionamento’ di certe nicchie ecologiche: un effetto collaterale di un’estinzione di massa e in tempi relativamente rapidi, che allevia la pressione sulle risorse di una data area. (Rinnovabili.it).

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Pubblicato il
23 Gennaio 2021

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