Il mistero delle balene a Sorrento: ce n’era una intera famiglia?

Nella foto: La carcassa della balenottera a Napoli.
SORRENTO – Sono in corso nel porto di Napoli i sezionamenti per l’autopsia sulla carcassa della balenottera trovata morta giovedì scorso presso il porto di Sorrento. Gli esami dovrebbero dare gli attesi chiarimenti sul decesso, che secondo alcuni sarebbe causato da un virus. È quanto ha riferito all’ANSA Raffaele di Palma che cura la comunicazione della locale Area marina protetta di Punta Campanella tra Sorrento ed Amalfi. La lunghezza cetaceo, una femmina di balenottera comune, è stata data prima di 23 e poi di 20 metri: in ogni caso la balenottera più grande mai registrata in Mediterraneo. Anche l’areale della sua morte è atipico, perché il vero “paradiso” mediterraneo delle balene è il Nord Tirreno, tra la Liguria e la Corsica.
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A Napoli sono da giorni al lavoro una trentina tra tecnici e ricercatori guidati dal team di Sandro Mazzariol, professore dell’Università di Padova e responsabile dell’unità d’intervento del ‘Cetaceans strandings Emergency Response Team’ (CERT), specialista nello spiaggiamento dei grandi cetacei. Alle operazioni di recupero e allo studio sta collaborando anche l’associazione ambientalista Marevivo con la stessa presidente Rosalba Giugni.
Le valutazioni sulla morte sono state affidate in collaborazione con gli studiosi del Museo di Storia Naturale di Milano e dell’Istituto di Ricerca Tethys.
C’erano stati anche dubbi relativamente all’avvistamento, sempre a Sorrento, di una balenottera (filmata e fotografata) che si dimenava in superficie e sbatteva violentemente il capo contro la banchina. Era la stessa che poi è stata trovata morta? Gli esperti, dopo aver visionato le foto fornite a Sorrento, lo hanno escluso. Il che pone altri interrogativi: dov’è finito l’altro esemplare in evidente difficoltà – forse il maschio della coppia – popola morte della compagna? Ed è vero che sarebbe stato anche avvistato insieme un cucciolo, poi anch’egli sparito?
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