E adesso tutti a casa
LIVORNO – No, non ci siamo. Che avete capito? Sto soltanto sfogliando un vecchio elenco di titoli di film che da anni ed anni sono stati un po’ il vademecum di un paio di generazioni. Proprio a cominciare da quel “Tutti a casa” sulla catastrofe della resa italiana nella Seconda Guerra Mondiale. No, non faccio delle malignità: giuro che non pensavo al parlamento di oggi. Giuro e rigiuro. E non tirate in ballo il vecchio proverbio siciliano (“Mai credere a donna che chiagne e a omo che giura”). Giuro.
Sono certo che anche voi avete pensato ad alcuni di quei film. Per esempio: “Il bello, il brutto e il cattivo”. Parallelismi d’oggi? Giuro che non ci ho pensato. E le nostalgie d’“Amarcord” per un’Italia dei miracoli? Arigiuro, non faccio confronti con l’oggi. Sono solo titoli di film. Come “Fronte del porto” con Marlon Brando: guerra sulle banchine per accaparrassi il lavoro, colpi bassi e mercato di potere. No, non è vero: oggi domina la legge (magari quella degli infiniti TAR, ma insomma).
Se poi do la stura ai ricordi, rischio nuovi equivoci. “L’armata Brancaleone” vi ricorda qualcosa? O per andare nei western: “Duello al sole”, “Ombre rosse” (forse attualizzando sarebbe meglio dire “rossastre, oppure “rosa pallide”), “Sentieri selvaggi”, “Fort Alamo”… Quali attinenze? Davvero, non siate maligni. Tutta roba americana, con nessuna attinenza a noi. Restiamo in Italia, è meglio.
E allora che dire de “Il padrino”? Oppure de “La grande guerra”? Ma su tutti, mi sovviene – ripeto, nessun parallelismo con l’oggi – la trasposizione in film del grande romanzo del Manzoni: “I promessi spesi”. C’è un errore di stampa in “spesi” invece di “sposi”? Boh, fate voi.
Antonio Fulvi