Livorno, se l’accesso è stretto…
LIVORNO – L’incaglio della MSC Aniello all’ingresso dell’avamporto – peraltro risolto nel giro di poco più d’un ora grazie all’intervento dei rimorchiatori Neri, ha aperto una rinnovata discussione sulle difficoltà del canale di accesso che tra le dighe Curvilinee, Vegliaia e la meda di cemento piazzata a delimitare i fondali navigabili che si trova in effetti una posizione infelice per le dimensioni delle navi d’oggi. L’incaglio, verificatosi dopo che la nave ha scarrocciato per il vento durante la stretta virata a sinistra, ha provocato solo una “bugna” sull’opera morta della MSC Aniello ma l’ha portata a incagliarsi sul fondale di fango e rocca friabile che delimita il canale.
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Qualche strappo di poppa, dopo che a bordo avevano tentato di disimpegnarsi con la macchina indietro e il bow trhuster (nella foto si vede bene la scia della sua spinta a prua) e la nave si è liberata, arrivando poi al terminal Lorenzini dove ha regolarmente operato. Sempre come si vede dalla foto, la nave aveva un pescaggio ridotto perché carica evidentemente di TEUs vuoti da consegnare al terminal: ma l’emersione del bulbo di prua conferma anche che il fondale su cui è andata a incagliarsi non è più di 5/6 metri contro una profondità del canale che dovrebbe essere di almeno 11.
L’inchiesta sull’incidente è in corso: ma sono sempre più le richieste per un dragaggio che allarghi il canale e in particolare per spostare la meda che lo delimita, favorendo così la virata delle navi in ingresso: e specialmente quella in senso inverso delle navi che escono, ancora più complessa e delicata per la ristrettezza dell’area di manovra.
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