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Una tesi di laurea sul waterfront spezzino

Nel rendering: L’area Ruffino nell’immagine a 3D.

LA SPEZIA – Negli ultimi anni il tema della ricucitura tra città e porto è diventato di grande attualità: a La Spezia come in molte altre città italiane. La città e il porto spesso sono diventati due corpi estranei e distaccati che vedono la loro convivenza più come una fastidiosa interferenza che una sinergia costruttiva frapponendo muri, strade e barriere tra loro. Ma ultimamente qualcosa sembra cambiare grazie alla “liberazione” di aree logistiche e produttive un tempo funzionali all’operatività del porto e oggi in cerca di un nuovo ruolo all’interno dello scacchiere urbano, come per le aree della costa tra ponente e levante, in cerca di una nuova funzione a cavallo tra porto e città.

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Il tema, di grande attualità, è stato affrontato da una giovane laureanda, Melissa Hoxha della facoltà di architettura di Firenze, con una tesi su “Pianificazione della città, del territorio e del paesaggio” focalizzata sul waterfront di La Spezia, ma allargata a principi più generali. Tesi che ha laureato Melissa con un lusinghiero 108/110 grazie anche a una mezza dozzina di modellini in 3D di dettagli proposti. Relatore alla tesi Carlo Pisano, correlatore Matteo Scamporrino.

L’obiettivo principale della tesi – ci ha scritto la dottoressa Melissa – è proprio quello di facilitare la riconnessione della città al proprio fronte mare attraverso una serie di proposte e suggestioni progettuali al fine di: riconfigurare le aree portuali in porte di accesso per le città; raggiungere un maggiore dialogo tra le istituzioni pubbliche competenti; inserire nuove aree accessibili e fruibili a tutti; puntare sullo sviluppo del turismo per una maggiore crescita economica.

Le cinque aree esemplificative della costa spezzina sono: Marola, Viale Amendola, Calata Paita, Terminal Ravano e Ruffino. L’intento è quello di proiettarvi una serie di linee guida strategico-progettuali attraverso un approccio di tipo prestazionale, anziché formale. Presso Calata Paita, ad esempio, risulta fondamentale distinguere le aree accessibili attraverso l’inserimento di nuove connessioni pubbliche tra la costa e l’entroterra; un ruolo importante giocano anche i nuovi servizi per un’area multifunzionale e la risagomatura della fascia di rispetto minima dei dieci metri tra l’area residenziale e l’area produttiva del porto.

“Proposte progettuali volte alla riqualificazione e alla rigenerazione urbana – sottolinea Melissa Hoxha – vengono riproposte nelle ulteriori quattro zone. A Ruffino, ad esempio, per controbilanciare la “muraglia” di cantieri navali che, per motivi di sicurezza ed efficienza, precludono l’accesso agli abitanti si avanza la proposta, in determinati periodi dell’anno in occasione di eventi, feste, sagre, l’apertura di percorsi protetti trasversali in modo da riuscire a far convivere diverse esigenze e funzioni della città e del porto”.

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Pubblicato il
27 Febbraio 2021

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