Bacini di carenaggio: da qui all’eternità
Ci scrive un giovane operaio del cantiere Benetti di Livorno, Mauro T.:
Sto seguendo, con i miei compagni di lavoro, la storia della gara per i due bacini di carenaggio del nostro porto. Si trascina ormai da vent’anni, mi dicono, con il risultato che il bacino in muratura è andato in malora e quello galleggiante lo hanno rabberciato dopo un disastro. Ma ancora adesso, dopo una lunga gara e una lunga litigata tra le due cordate concorrenti, siamo all’ultimo ricorso. Intanto il lavoro è bloccato, il bacino grande è un rudere, l’occupazione piange. Ma è possibile che nessuno intervenga a dare una soluzione, con tanti giovani come me che non sanno come portare il pane a casa per i figlioli?
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È da sei anni circa che della gara se ne discute, con montagne di carte bollate e tentativi mai riusciti di un accordo che forse sarebbe utile a tutti. Adesso, dopo un nuovo stop per ricorso, ci sarà l’8 giugno la sentenza speriamo definitiva del TAR della Toscana. Come noto la commissione nominata dall’AdSP aveva assegnato la vittoria nella gara con i due partecipanti – tra Azimut/Benetti e Jobson, ciascuno dei due affiancati da un gruppo di riparatori navali – al primo raggruppamento; ma dopo mesi e mesi la consegna degli impianti non c’è ancora stata e nel frattempo Jobson ha ottenuto dal TAR della Toscana la sospensiva interinale della stessa consegna degli impianti. Avanti adagio, anzi indietro. Mi chiedo come si faccia ad essere imprenditori con queste regole. Ahimè, altro che riformine di settore. Qui davvero è stata fatta (forse) l’Italia ma – benedetto Cavour – non ancora gli italiani e le loro leggi.
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