Fatta la legge, c’è l’inganno?
Da un lettore di Genova, G.P. ci viene inviato il testo di un intervento del dottor Gaudenzio Parenti, consulente giuridico sulla portualità, relativo a proposte della pianificazione nazionale che entrerebbero in collisione con la legge 84/94 e successivi ritocchi. Ecco l’estratto.
Nelle linee guida contenute nel PNRR alla sezione “Le riforme abilitanti: semplificazione e concorrenza” risulta evidente la volontà dell’estensore del documento di permettere a singoli soggetti di monopolizzare l’intera supply chain, partendo dalla completa integrazione verticale ed orizzontale del mercato portuale fino ad arrivare alla deregolamentazione dell’autoproduzione delle operazioni portuali.
Queste poche righe creano infatti i presupposti, ovvero dei vulnus giuridici per il futuribile smantellamento della “specialità” del mercato regolato del lavoro portuale che apporterà grave nocumento soprattutto per le imprese portuali art.16 l.n. 84/94 ormai a rischio estinzione, per il Pool di manodopera portuale art 17 e per quei terminalisti art.18 che non faranno parte delle concentrazioni.
A questo caos giuridico bisogna, inoltre, contestualizzare ed ascrivere anche la gestione della decisione della Commissione UE del 4.12.2020, relativa al regime di Aiuti SA.38399 che ha investito le nostre Autorità di Sistema Portuale con potenziali conseguenze negative sull’attuale assetto pubblicistico del nostro asset strategico più importante.
All’evidenza, se l’intenzione è quella di apportare modifiche, ovvero riformare le norme che regolano la portualità italiana non è certo attraverso questi strumenti che si può addivenire ad un’infrastruttura giuridica e regolamentaria che sia condivisa e sostenibile nel tempo.
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Per l’evoluzione e la crescita del nostro sistema logistico portuale, infatti, necessitiamo di una cabina di regia forte, efficiente e che si confronti con tutti gli attori del cluster in un approccio keynesiano, regolando i processi con lungimiranza ed equità ad esclusivo beneficio dello sviluppo sostenibile e del benessere economico-sociale diffuso. (Gaudenzio Parenti)
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Il dibattito sullo sviluppo di una portualità moderna e sostenibile, in particolare attraverso un “sistema dei sistemi portuali” che risponda a una strategia chiara di modernizzazione della catena logistica, sembra incappare in cento e un “infortunio”, spesso causato da interessi di parte più o meno legittimi, ma trasferiti acriticamente in proposte di legge o addirittura da ritocchi non preventivamente approfonditi alle leggi stesse. Le considerazioni qui sopra riportate sembrano più che legittime e condivisibili, non dimenticando che il mondo della portualità italiana è purtroppo condizionato da un coacervo di leggi troppo spesso superate, a correzione delle quali si interviene solo con ritagli o inserti che non aiutano a una pianificazione finalmente aggiornata e priva di “buchi” entro i quali è possibile tutto e il contrario di tutto.
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