Trieste si candida a sede

TRIESTE – La città si candida ufficialmente a essere la sede della nuova Banca europea per lo sviluppo sostenibile, destinata ad affiancare le tre attuali Istituzioni finanziarie dell’Unione Europea e a proiettarsi nella promozione e gestione di iniziative caratterizzate dall’obiettivo prioritario della sostenibilità. L’iter per la presentazione a Bruxelles di un’iniziativa ufficiale da parte del Governo italiano è partito a Trieste su iniziativa di un’associazione che vede la partecipazione di alcuni fra i più importanti imprenditori dell’estremo Nord-Est (in rappresentanza di un fatturato globale di oltre due miliardi di euro), e registra il sostegno coeso di tutta la città di Trieste nonché dei territori del Nord Est.

L’iniziativa, frutto di un lavoro che si protrae nella massima riservatezza da almeno sei mesi, è stata presentata ufficialmenta a Trieste dal presidente dell’Associazione “Sustainable Financing”, Giuseppe Razza, imprenditore specializzato nello sviluppo di business high-tech nel campo della sostenibilità con relazioni privilegiate in particolare nei Paesi dell’est europeo. E al progetto hanno già aderito alcuni importanti gruppi imprenditoriali, oltre a Banche in primis quella che ha ospitato questa mattina la presentazione, la BCC Staranzano Villesse.

Fra le sfide lanciate dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, per il futuro dell’Unione Europea figura il riposizionamento della Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e della Banca Europea per la Ricostruzione e Sviluppo (BERS) anche nell’ottica delle problematiche poste dalla Brexit.

Di qui discende il progetto che ha in Trieste un punto di forza tutt’altro che casuale. Il capoluogo giuliano mette infatti in campo una serie di fattori che potrebbero risultare vincenti: in primis il ruolo di riferimento anche commerciale e portuale che riveste per tutti i Paesi dell’est europeo, quindi una connessione storica e consolidata con la Turchia e il Medio Oriente. Infine lo status, ma adeguatamente sfruttato, di porto franco che deriva da una serie di trattati internazionali in grado di consentire a un’istituzione finanziaria internazionale un’agilità e un’efficienza operativa non riscontrabili altrove. Per altro concretamente il progetto sarebbe in perfetta sintonia con il piano di riuso dell’intera area del Porto antico di Trieste.

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