Acquari e zoo aiutano la conoscenza?
Ci scrive Barbara Pasetti a commento della lettera che avevamo riportato relativa agli acquari ed ai loro “ospiti” più o meno… soddisfatti:
Zoo e acquari sono nati con lo scopo di far conoscere queste creature alla gente comune, quella che non può permettersi di fare il giro del mondo per vedere tutto… Se un animale nasce in cattività diventa difficile rimetterlo in natura per buonismo… Comunque andiamo avanti così: chi se lo potrà permettere farà il giro del mondo e chi invece non potrà curioserà su internet (se sarà curioso) altrimenti chiunque gli potrà dire che una gallina ha la stessa grandezza di un elefante. E chi ignora ci crederà.
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Sapevamo di aver toccato un tasto delicato, ma le considerazioni del nostro lettore – che si era posto con la figlia il dubbio etico sugli acquari – valgono ovviamente anche per gli zoo, come del resto avevamo indicato. Quanto ci scrive oggi qui sopra Barbara Pasetti ha anch’esso una logica: conoscere gli animali attraverso la visita allo zoo, se lo zoo non è un lager di costrizione, può aiutare specialmente i giovani ad allargare le proprie vedute sul mondo degli esseri non domestici. Ma rimane qualche ma: ad esempio, se oggi allo zoo è relativamente semplice conoscere un leone o una giraffa, come può fare un ragazzo o un bambino a conoscere dal vivo una pecora o una mucca, che sono per molti aspetti entità ancora più difficili da incontrare in ambito cittadino? Sul piano della conoscenza, internet ormai fornisce dati, oltre a immagini, che vanno ben oltre la semplice visione di un soggetto animale dietro alle sbarre. Il tema di fondo rimane lo stimolo della curiosità giovanile: la nostra lettrice sa che oggi uno dei temi che va per la maggiore tra i ragazzini è quello dei dinosauri, album e riproduzioni dei quali sono piene le edicole e le librerie? Eppure nessuno va a cercare un triceratopo o un tirannosauro allo zoo. Così come vedere un delfino in mare aperto personalmente ci piace di più che non assistere alle sue esibizioni addomesticate all’acquario. Ma come già scritto, il tema è complesso e tutte le opinioni sono legittime, fino a quando comportano anche il rispetto per una vita animale non schiavizzata ai soli fini dello sfruttamento economico.
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