Da Arbatax un allarme: “È la morte di un porto”
ARBATAX – Un bellissimo porto in una bellissima area della Sardegna: eppure Arbatax, secondo l’appello del pilota portuale Giangiacomo Pisu, “per colpa della cecità delle Amministrazioni Regionali e Comunali rischia la chiusura, con conseguente cancellazione”. Negli anni, continua Pisu, abbiamo assistito ad una serie di proclami, convegni e dichiarazioni che hanno dimostrato essere mera propaganda politica. “Oggi assistiamo alla sconfitta schiacciante di una classe amministrativa, che mette in luce l’inadeguatezza di chi dovrebbe tutelare gli interessi dei sardi con i denti ma non fa nulla. Certo Arbatax non è Olbia, Cagliari o Porto Torres. In Ogliastra si fanno mille progetti ma ci si dimentica che sono tutti destinati a fallire: senza un punto logistico come il porto e delle tratte certe, nessun progetto può trovare la via del successo! Il porto di Arbatax è il paradosso per eccellenza: mentre nel resto del mondo le città con i porti godono di un vantaggio geostrategico irrinunciabile che crea ricchezza, ad Arbatax si vuole creare il deserto”.
Invece, secondo la nota, Arbatax ha alcune essenziali priorità. Eccole:
a) Approvvigionamento energetico: la maggior parte del rifornimento del greggio e degli idrocarburi avviene a mezzo nave, oggi abbiamo un orientamento verso il bio metano che richiede Stazioni di bunkeraggio su tutto il litorale. (Non dimentichiamo che Arbatax è al centro del Tirreno e dei suoi flussi marittimi).
b) Supporto alle aree produttive e di consumo di dimensione regionale e interazione con comparti industriali locali.
c) Gates delle linee regolari di cabotaggio.
d) Collegamenti con le aree insulari (continuità territoriale): principale via di comunicazione in alternativa alla rete stradale.
e) Funzione passeggeri, turistico-crocieristica: realtà in via di espansione e settore economico con trend in crescita.
“Si parla di polo nautico – continua Pisu – dimenticando che non potrà mai decollare se non esiste un servizio di trasporto via mare all’altezza di far arrivare i materiali e macchinari utili alla costruzione, manutenzione e gestione di tale tipologia di mercato. Arbatax muore non per volere di un armatore ma per volere della politica, di scelte scellerate e del menefreghismo o degli interessi di certi politici”.
“Ad Arbatax, ultimamente si parla di ZES, ma nessuna zona economica speciale può essere sostenuta e avvallata senza la logistica, senza il traffico generato dalla presenza di un porto. Chi è stato eletto a livello locale, regionale e nazionale per difendere e rappresentare noi Lavoratori e comuni cittadini, vive svincolato dalla realtà. Assistere a stupide dispute politiche tra schieramenti diversi è imbarazzante e denota immaturità politica e civica. In un momento come questo non abbiamo ancora sentito la proposta di unirsi, ognuno con il suo colore politico, e lottare per non perdere il diritto alla mobilità. Si pensa a riproporre una provincia sonoramente bocciata dalla popolazione attraverso il referendum, si pensa a trenini verdi che, senza il turismo generato dal traffico portuale non hanno senso di esistere, e non si capisce che anche questo progetto è legato a filo diretto con il porto”.
È stato compilato e presentato un questionario sui porti, un questionario ad hoc per dimostrare che Arbatax non ha senso di esistere. Vorrei ricordare – scrive ancora il pilota Pisu – che Arbatax non funziona per alcuni motivi.
1 – Orari di arrivo a Civitavecchia sbagliati: non esiste arrivare alle 10:00 del mattino, si doveva lottare per avere un arrivo alle 07:00.
2 – Giorni di partenza delle navi completamente sbagliati: gli autotrasportatori non se ne fanno nulla di una nave che parte il sabato notte, in quanto sono costretti ad una sosta forzata nel porto di Civitavecchia la domenica, economicamente una follia!
3 – Linee sbagliate: la soppressione della rotta per Genova doveva essere motivo per gli amministratori di battersi per la rotta su Livorno o Piombino, visti i realinumeri di passeggeri e merci da e per quei porti.
4 – La totale mancanza di investimenti nel Marketing: il porto non viene pubblicizzato negli eventi Internazionali e Nazionali e non si può pensare di andareavanti con il semplice passaparola.
Si parla di passaggio all’Autorità di Sistema ma abbiamo paura che anche questo serva a poco senza linee marittime, se non a trasformare il porto in una sorta di bancomat delle concessioni. Ben venga l’Autorità di Sistema, ma che porti con essa trafficomarittimo, elemento imprescindibile per ogni futuro sviluppo.
La politica dimentica che gli aiuti vanno dati a quei porti disagiati – conclude Giangiacomo Pisu -, quelli con scarso traffico e non a quelli perfettamente serviti da più linee marittime. Questa è vera equità e vero risparmio di fondi! In ogni caso sono del parere che tutti i porti maggiori di un’isola debbano essere sostenuti, perché le navi e le linee marittime esistono perché esistono le Isole non le Penisole, perché dalle isole ci si sposta via mare o via aria.