Covid e igiene: attenti a casa!

Lo scoppio della pandemia ci ha reso maggiormente sensibili alla qualità della pulizia e dell’igienizzazione degli spazi che dividiamo con gli altri. In particolare, sempre più persone richiedono al proprio amministratore di condominio di prestare particolare attenzione agli ambienti comuni all’interno e all’esterno del palazzo, chiedendo spesso sanificazioni e una pulizia più accurata e approfondita per scongiurare (o almeno contenere) il rischio di contagio.

“Oggi i condomini vengono sanificati al pari di un ospedale, utilizzando le stesse tecniche e i medesimi strumenti. – Spiega Vittorio Lovardi, ceo di Attila HQ Service, società specializzata nella sanificazione ambientale – Se fino ad appena un anno fa le richieste che ricevevamo con maggior frequenza erano relative alla pulizia di decoro, adesso la consapevolezza e l’attenzione alla disinfezione hanno completamente spostato tale richiesta verso una vera e propria sanificazione d’ambiente. Tra le tecniche che usiamo di più oggi con i nostri clienti, infatti, figurano tamponi istantanei testati con bioluminometro, bioluminescenza, biocidi e istallazione di dispenser con igienizzanti, esattamente al pari di una struttura sanitaria.

Nel corso dell’attività di Ricerca & Sviluppo portata avanti dalla Attila HQ Service, nell’ambito di un’indagine interna realizzata con bioluminometro, luce UV e analisi dei tamponi, l’azienda ha riscontato un altissimo rischio di trasmissione di batteri e virus attraverso il contatto con diverse superfici delle parti comuni condominiali. Secondo lo studio, infatti, la maniglia del portone d’ingresso del condominio, le pulsantiere (citofono e ascensore) e il corrimano sono nel 89% dei casi più contaminate di un wc (i valori sono di circa 4 volte più alti). La misurazione è stata eseguita prima della pulizia della scala (a distanza di 3 giorni dall’intervento precedente). La stessa analisi è stata eseguita un’ora dopo dall’intervento di pulizia svolto da un’impresa che utilizzava detersivi e materiali di pulizia domestici. I risultati? Anche se i valori erano diminuiti di molto, nel 92% dei casi era presente una carica batterica che di lì a poco sarebbe tornata su livelli altissimi.

La sensibilità che si sta sviluppando per gli ambienti condivisi dovrebbe aumentare anche per gli spazi interni. Si è abbastanza sicuri che siano adeguatamente puliti? Attila HQ è entrata anche nelle case e ha analizzato le superfici quali maniglie delle porte, telefoni, tastiere dei PC, interruttori della corrente, citofoni. Nel 67% dei casi i valori erano di circa 2,5/3 volte più alti rispetto ai livelli di contaminazione di un wc medio e anche in questo caso la carica batterica resta comunque alta dopo la pulizia con panni e detersivi domestici.

“Su superfici quali: materassi, tessili in generale, giocattoli dei bambini, pareti di molti bagni e cucine non c’è un’adeguata ventilazione, rubinetti (con presenza di calcare), nel 54% dei casi i valori erano estremamente alti perché si tratta di superfici sottovalutate o che comunque vengono trattate in modo errato dall’utente medio o da operatori delle pulizie inesperti. – Aggiunge Lovardi – Inoltre, in alcune case (27% delle case campione), abbiamo riscontrato la presenza di infestanti, più o meno visibili (soprattutto acari e cimici dei letti, ma in alcuni casi anche blatte e roditori) che sono importantissimi vettori di malattie e causa di allergia che non andrebbero mai presi sottogamba”.

Infine, l’azienda ha analizzato gli uffici, qui le contaminazioni di telefoni, tastiere, stampanti, macchinette del caffè, scrivanie e rubinetti si è dimostrata elevatissima, nel 79% dei casi raggiungevano un livello circa 6 volte più alto di quello di un wc medio.Anche in questo caso è stata rilevata la presenza di infestanti nel 13% dei casi.

“È emersa una relazione inversa tra livello di igiene negli uffici e assenze per malattia dei lavoratori. È difficile non porsi la domanda: il vero risparmio si ottiene scegliendo una ditta di pulizia non specializzata con le conseguenze che abbiamo visto oppure investendo su un’azienda di igienizzazione e sanificazione per ridurre il tasso di assenteismo?” conclude il ceo di Attila HQ Service.

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