Piani di rilancio, occorre accelerare e chiarire

Nella foto: Nereo Marcucci

GENOVA – Tra le relazioni che abbiamo ascoltato durante la tre giorni genovese sullo shipping, ci ha particolarmente interessato il punto sui grandi progetti di rilancio della portualità e della logistica nazionale. Partendo dall’affermazione che “Governo e Parlamento hanno deciso di investire più di 50 miliardi del PNRR e dei Fondi collegati in infrastrutture e digitalizzazione della logistica: un ottimo investimento che in sei anni dovrebbe dare un ritorno riducendo almeno in parte i 40 miliardi che perdiamo ogni anno per le inefficienze del settore”.

È quanto ha detto Nereo Marcucci, past president di Confetra e consigliere del CNEL, nella sua serrata analisi specie sui tempi della “rivoluzione” logistica. Ecco una sintesi dell’intervento.

“A distanza di tre mesi dal “via libera” della Commissione Europea al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – ha detto Marcucci – vale discuterne non più i contenuti ma l’attuazione, la “messa a terra” come molti dicono.

“Lascia ben sperare la Relazione al Consiglio dei Ministri del 23.09 – primo report dell’Era PNRR – che attesta la coerenza tra il dire, il normare ed il fare quotidiano. Seppure con molte note “in corso”. Un chiaro invito del presidente Draghi a fare ancora più velocemente.

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“Vorrei suggerire un intervento correttivo alla norma, approvata recentemente – ha detto ancora – sull’allargamento dei benefici del Registro Italiano alle navi che battono bandiera di Paesi dell’Unione Europea o addirittura a tutte quelle dello Spazio Economico Europeo. Ritengo indispensabile valutare tempo per tempo la capacità delle pubbliche amministrazioni di progettare e indire gare di appalto, il ricorso agli “aiuti tecnici centrali” ed eventualmente decreti di implementazione. Vale per la logistica ma anche per tutte le missioni previste dal PNRR. Non sottovaluterei la situazione delle piccole e medie Imprese indispensabili subappaltatrici nella realizzazione di grandi opere come quelle previste nel PNRR. Imprese e dipendenti sono stati falcidiati prima dalla crisi del 2008 e poi dalle conseguenze economiche del Covid e quel che ne resta è, in molti casi e per fortuna, impegnato nelle ristrutturazioni civili decollate grazie agli incentivi.

“Non ho ricette ma considerando che gli investimenti copriranno 6 anni – ha suggerito il relatore – è possibile pensare ad interventi che diano risultati in 1 anno, ad esempio, a premiare fiscalmente reti d’impresa con standard di sicurezza omogenei che scelgano la co-titolarità dei rapporti di lavoro prevista dalla norma.

“Dando per decollato il PNRR per la parte hardware , credo, come sostenuto dal presidente di Confetra Guido Nicolini, che il governo debba impegnarsi sul software logistico attivando un check serio sui modi per far crescere le dimensioni medie delle aziende del settore , riformando il codice civile per le imprese di spedizione per il quale CNEL (con gli input di Confetra e Fedespedi) ha avanzato un disegno di Legge, adottando la lettera di vettura elettronica e realizzando l’elenco di semplificazioni e sburocratizzazioni per le quali Confetra e Fedespedi hanno prodotto un preciso dossier.

“Un buon avvio, al quale dare seguito è rappresentato dall’impegno all’introduzione del SUDOCO (Sportello Unico delle Dogane e dei Controlli) che nell’agenda di governo è previsto per il 31.12.2021.

“La logistica è il sistema vascolare, venoso ed arterioso, del sistema economico nazionale e continentale.

“La crescita esponenziale dei noli per alcune importanti relazioni di traffico – ha ricordato Marcucci – impone una considerazione indispensabile per discutere dell’utilità degli investimenti che stiamo facendo per garantire un futuro a chi dovrà ripagarli.

“Premetto che ritengo fisiologica la discussione sull’argomento da parte dei diversi attori della supply chain anche se talvolta alcuni argomenti appaiono difensivi di interessi legittimi.

Ma quando un fattore economico – in questo caso il livello dei noli – diventa determinante, con il rischio che divenga una costante, si determina una Sovranità spuria sul sistema economico di produzione e dei consumi di un paese e di un continente e delle loro comunità.

“In questo caso la questione deve essere affrontata da chi ha Sovranità Legittima: Governi ed ’Europa, come seppur con metodi diversi, stanno facendo Stati Uniti e Cina.

“Il punto è di sistema e come affrontarlo sta ai Governi deciderlo: soft, moral suasion, regolazione… un loro dovere prima che un diritto conoscere quale sia il “punto di caduta” cioè quando le compagnie di navigazione del trasporto contenitori (salvo altre) ritengano che si ristabilirà l’equilibrio tra domanda ed offerta di stiva e questa non sarà più determinata dai fattori soggettivi ed unilaterali dei blank sailing, e da quelli oggettivi del girovagare dei contenitori e dalla loro carenza. Quando cioè il disallineamento delle forze in campo non inciderà più sulle comunità nazionali e si tornerà a regole di mercato.

“Infine: se e quando, dopo un periodo eccezionale (e secondo alcuni giustamente risarcitorio di perdite pregresse e di extra costi) si tornerà nell’attività industriale delle Shipping Lines ai principi di responsabilità sociale e di economia sociale di mercato che sono gli unici che possono giustificare investimenti massivi che saranno ri-pagati con le tasse dei cittadini?

In una parola e senza alcuna retorica – ha concluso con un filo di giustificata preoccupazione Nereo Marcucci – a quando il ripristino della Sovranità nazionale e di quella Europea?

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