Fuori sagoma, fuori di testa

ROMA – Da una settimana c’è mai un fuoco di fila, da parte delle organizzazioni dell’autotrasporto, per l’ennesima castroneria dei burocrati governativi: i nuovi limiti del trasporto stradale fuori sagoma inseriti nel decreto infrastrutture. Se n’è accorto subito Il Sole24Ore sollecitato dai trasportatori: in pratica non sarà più possibile trasportare più di un singolo pezzo fuori sagoma con un autocarro anche autorizzato. La limitazione, è stato spiegato con comprensibile arrabbiatura dagli autotrasportatori, riguarda le travi metalliche o di cemento armato, i blocchi di marmo o di pietra, e cento altri manufatti che in precedenza potevano viaggiare insieme fino alla capienza e al peso ammesso su un unico TIR.

Maggiore spesa a parte – e non si tratta di spiccioli – il provvedimento moltiplica il numero dei Tir necessari per trasportare un insieme che in precedenza era su un singolo mezzo: quindi più traffico su strade e autostrade, più inquinamento, più rischi.

Pare che al ministero ci si sia accorti del disastro e su sollecito di Confindustria sia stato già avviato un emendamento correttivo, votato in commissione trasporti da tutte le componenti. Della serie: non c’è limite al peggio…

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