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Portuali, “first” lavorare

Enzo Raugei

LIVORNO – Erano i tempi, quelli dell’orgoglio dei lavoratori portuali, in cui a chi li considerava solo fasci di muscoli rispondevano che “il peggio portuale suona il violino coi piedi”. Come a dire: solo muscoli, col cazzo! (Per parlare come in banchina).

Enzo Raugei, presidente della Compagnia portuali Livorno, è stato recentemente riconfermato in un’assemblea non facile che ha affrontato i cento problemi della categoria. Il suo direttivo si è allargato a qualche giovane e non sono mancati, com’è storicamente norma, preoccupazioni e mugugni. Ma Raugei è equilibrato e in un mondo in cui spesso prevalgono le esasperazioni degli animi, le preoccupazioni anche giuste sul lavoro, i compromessi per conciliare impegni che non sembrano conciliabili, l’equilibrio di chi sta al vertice è fondamentale.

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Presidente Raugei, partiamo dallo stato dei traffici, che per voi – e non solo per voi – sono pane quotidiano. Come vi ha colpito il Covid?

“Abbiamo subìto la fase più acuta l’anno scorso, con i cali più pesanti del lavoro nel campo dello sbarco delle auto e nei contenitori, mentre fortunatamente ha tenuto uno dei traffici più “intensive work” ovvero i forestali. In questa primavera sono tornate le auto e in particolare i contenitori hanno ripreso grazie al Terminal Darsena Toscana con il ritorno dell’alleanza verso l’Est USA. È invece di nuovo calato il traffico delle auto da luglio, per i noti problemi alla produzione causati dalla crisi dei chip e delle in un mondo in cui spesso prevalgono le esasperazioni degli animi, le preoccupazioni anche giuste sul lavoro, i compromessi per conciliare impegni che non sembrano conciliabili, l’equilibrio di chi sta al vertice è fondamentale.. A novembre hanno ricominciato ad arrivare auto: poche, ma speriamo che sia un buon segnale”.

Previsioni in questo campo per i prossimi mesi?

“Difficile dirlo: monitoriamo le aziende che sperano di poter ripartire da primavera, ma c’è molta prudenza. Dobbiamo tener duro”.

Il che vuol dire meno lavoro, meno fatturato, più problemi per i lavoratori: che oggi quanti sono?

“Abbiamo a libro paga 177 lavoratori, più ovviamente i supporti. Però siamo riusciti di recente ad assumere dieci giovani, che sono un buon segnale”.

Il che comporta, ovviamente, anche un cambio di tipologia di lavoro, con più informatica e meno muscoli…

“In questo lavoro i muscoli serviranno sempre: ma è vero che oggi il portuale sale a bordo con il tablet, deve lavorare sul web, si interfaccia in remoto. Il che significa non solo fare una formazione adeguata, ma anche un continuo aggiornamento; che viene integrato da parte nostra anche con le tematiche della sicurezza”.

Un tema, quello della sicurezza, particolarmente delicato in banchina e a bordo, perché quando un lavoro deve essere veloce e produttivo c’è sempre un rischio…

“È vero: e a volte facciamo fatica a convincere i lavoratori a osservare certe precauzioni, ma è indispensabile stare all’erta. Sulla sicurezza siamo in continua attenzione”.

Sempre sul tema sicurezza: come andiamo con i vaccini?

C’è senso di responsabilità e il 90% dei lavoratori è vaccinato: gli altri non entrano al lavoro se non hanno fatto i tamponi. Devo dire che cresce ancora il ricorso ai vaccini”.

Il punto sulle tensioni: erano anni che non si vedeva uno sciopero sulle banchine.

“Hanno avuto alla base temi seri e tutt’altro che marginali, con la necessità di dare uno scossone a tutela di un anello fondamentale della catena logistica. Buona parte delle soluzioni è legata a scelte nazionali, tant’è che venerdì 17 dicembre si tornerà a scioperare a livello nazionale. I richiami al governo devono dare delle risposte”.

E a proposito di risposte, quali sono i rapporti con l’AdSP di Luciano Guerrieri?

“I rapporti sono buoni, il presidente Guerrieri unisce alle competenze di merito i supporti politici che altre volte sono mancati. È lodevole anche il suo impegno a cercare di ridurre la conflittualità classica del nostro porto”.

Ultimo tema: l’utilizzo della banchina ad Alto Fondale da parte delle maxi-ro/ro Grimaldi: non possono nascere complicazioni con le crociere e con le vostre navi dei forestali?

“Vero che la coperta è corta ma ci siamo organizzati con gli accosti 43-45 per Grimaldi mentre le crociere, che sono ancora poche, dovrebbero bastare il 46 e 47. Le navi con i forestali sono cicliche e cercheremo di inserirle nelle rotazioni delle altre due tipologie. C’è infine la valvola di sfogo della banchina pubblica del Nord Molo Italia. Siamo all’emergenza: e in attesa della Darsena Europa non vogliamo perdere lavoro, anche a costo di equilibrismi sulle rotazioni”.

A.F.

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Pubblicato il
4 Dicembre 2021
Ultima modifica
7 Dicembre 2021 - ora: 17:14

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