Posti a rischio per le barchette?
LIVORNO – La recente sentenza del Consiglio di Stato, di cui abbiamo già scritto, impone come noto la scadenza al 31/12/2023 di tutte quelle concessioni assegnate in passato senza gara, scadute e rinnovate poi automaticamente. Tutti gli operatori in regime di concessione demaniale sono coinvolti, e questo riguarda proprio i posti barca, visto che la maggior parte dei posti barca adibiti al diporto lungo le coste, sono su pontili, campi boe, nei club e scuole veliche, nei circoli di canottaggio o della pesca, nelle associazioni dilettantistiche. Ci sono poi le zone di rimessaggio a terra e le zone adibite a cantieri navali.
Sul tema, il mensile specializzato “Il giornale della vela” ha riportato un allarmato servizio che riprendiamo di seguito.
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“Di circa 160.000 posti barca censiti in Italia, 43.000 non sono coinvolti perché si trovano in strutture definite “Marina” (i porti principali) e circa 60.000 in porti principali: ma i rimanenti, quindi potenzialmente circa 52.000 posti barca, sono in strutture come porti minori, approdi, punti di ormeggio, che, tranne piccoli casi in cui c’è stata una gara di assegnazione dell’area demaniale, sono tutti sotto proroga legislativa, e dunque impattati dalla sentenza! È un numero enorme. Non è ancora noto il numero esatto delle concessioni e la lista delle imprese coinvolte ma è quello che le varie associazioni stanno cercando di definire in questi giorni.
“La sentenza dice che da gennaio 2024 le nuove concessioni si dovranno assegnare in base a una gara. Le leggi per indire la gara, nonché le modalità per farlo, non ci sono! Il legislatore, dovrebbe, prima del 31/12/2023, fare innanzi tutto un censimento delle coste per fare una valutazione del valore patrimoniale e del potenziale valore turistico delle zone costiere in concessione, (stabilire, in sostanza quanto valgono, per poterle mettere in gara). Dovrebbe poi definire i criteri di scelta per partecipare e selezionare nelle successive gare di appalto, approvare la normativa, e delegare alle diramazioni dello stato direttamente competente, la definizione dei regolamenti attuativi che specifichino nel dettaglio cosa e come fare.
“Problemi e ritardi si hanno già oggi sulla gestione delle concessioni, spesso a causa di un ridotto organico negli uffici di piccoli comuni che si trovano a gestire centinaia di pratiche. All’improvviso tutti gli uffici addetti alle concessioni demaniali, si troverebbero a dover gestire una miriade di gare di concessione tutte insieme, non è nemmeno detto che ci siano le competenze. Si deve attivare una macchina, che non è mai stata fatta partire prima su questa questione, per cui c’è preoccupazione ci si impantani poi in ritardi proprio negli ultimi passi. (Non dimentichiamo che gli uffici preposti alla gestione concessioni avranno da gestire anche tutte le concessioni balneari, ristoranti, edicole etc, a cui forse daranno più priorità che a quelle relative al diporto, per ovvi interessi turistico-stagionale, ndr).”
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