Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Il caro energia sui porti italiani

È una domanda ricorrente da parte di chi lavora sui porti: ovvero, quanto incide il caro energia sui lavori in banchina? Ecco un quesito di un portuale di Civitavecchia:

Siamo in tanti qui nel porto di Roma più importante a chiederci fino a che punto arriverà il prezzo del gasolio, che serve a tutti noi per i nostri mezzi di banchina. Oggi il gasolio costa più della benzina e continua a crescere: e anche se la politica accusa i petrolieri europei, ci dicono i marittimi delle navi americane che anche negli USA ci sono gli stessi aumenti. Allora non è solo una questione di speculazioni nazionali e di accise alle stelle

[hidepost]

*

Il tema è complesso ma nella sostanza quasi tutto il mondo, compresi i paesi che son produttori di greggi, stanno registrando costi in aumento. Ci sarà probabilmente anche speculazione, che non manca mai quando ci son settori in affanno: ma è chiaro che la politica delle fonti energetiche, con tutte le spinte al “green” ad ogni costo che sono state amplificate dai movimenti ambientalisti (il “gretismo” ora si è zittito, ma fino a pochi mesi fa era trionfante) sta presentando il proprio conto. Ci chiedete quanto incide sui costi in banchina il caro energia: considerando che le grandi portainers sono elettriche, che i terminal hanno potentissime torri faro, che i parchi Reefer succhiano corrente elettrica e che i mezzi di movimentazione in banchina vanno a gasolio, è chiaro che il costo operativo sta andando alle stelle. E tutti si riflette sull’intera catena logistica, come si sta vedendo in questi giorni con il dramma dei TIR.

[/hidepost]

Pubblicato il
16 Marzo 2022

Potrebbe interessarti

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio