Assologistica, bonifiche e loro benefici

Umberto Ruggerone

MILANO – L’Europa individua i “brownfields” come siti inquinati all’interno dei quali è possibile fare attività di rigenerazione che portino maggiori benefici che le ‘semplici’ bonifiche. Se né parlato nel webinar di venerdì scorso di Assologistica in collaborazione con Kontractor, GLP ed Engel&Volkers Co.

Si è parlato di siti inquinati nei quali gli interventi di riutilizzo o trasformazione d’uso, valorizzandone le caratteristiche e collocazione geografica, sono in grado di produrre benefici economici uguali o superiori ai costi relativi alle opere di trasformazione e alle opere di bonifica o messa in sicurezza. Si tratta, spesso, di siti inquinati compresi in ambito urbano o di immediata periferia, già dotati di tutte le opere di urbanizzazione (luce, acqua, gas, rete fognaria ecc.) e prossimi a linee e raccordi di trasporto. Aree, quindi, degradate ed impattanti, sia sulle matrici ambientali che sul tessuto antropico circostante, ma che presentano caratteristiche tali da poter essere utilmente trasformate e valorizzate, e che sono in grado di produrre, se adeguatamente gestite, benefici finanziari ed economici e nuove opportunità di sviluppo sostenibile per la collettività.

Molti gli interventi, presentati da quello di Umberto Ruggerone, presidente Assologistica, che ha ricordato come l’associazione non sia solo una rappresentanza del settore, ma della filiera eterogenea (es. terminalisti portuali, logistica del freddo, dell’arte, del lusso, interporti, operatori aeroportuali, imprese ferroviarie, MTO). “Dobbiamo pensare – ha detto ancora – agli immobili ed impianti della logistica, impianti, funzionamenti e i processi della logistica (magazzini, parcheggi, strade, aree buffer, i centri logistici in evoluzione, il trasporto intermodale) del domani. Gli immobili sono l’HW della logistica, all’interno del quale la logistica sviluppa il proprio SW. Ci dicono spesso che Assologistica è “milanocentrica”. Rispondo – ha chiarito Ruggerone – dicendo che nel raggio di 50 km da Piazza Duomo troviamo il 44% della logistica nazionale. Segnalo una riflessione. La Lombardia non ha un interporto: unica regione in Italia. Tutti i centri intermodali sono, però, in Lombardia. 3% occupato da aree industriali dismesse (browfields), equivalenti alla “verde” Umbria. Sono mesi che ricordiamo il tema, fin dall’inizio dell’aumento dei noli dell’estate scorsa: da Shenzen a Genova si è passati dai 500$ (6 anni fa) a 14000$ (di questi giorni), gli EBITDA delle shipping company viaggiano sul 30%, non dimenticando l’aumento del 300% dei pallet ma anche del ferro. Spesso mi parlano di “tempesta perfetta”! Bastava vedere il meteo, sono dinamiche che vanno gestite per tempo. 

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