Il dibattito si sta allargando e anche tra le nostre mail ne arrivano parecchie che si chiedono in sostanza quanto segue:
L’ambientalismo sta diventando un tormentone che ormai sembra giustificare anche il no a scelte indispensabili come l’apertura di nuovi rigassificatori, l’utilizzo di termovalorizzatori ed altro.
Possibile che non si riesca a distinguere gli atteggiamenti di moda da quelli realmente giustificati?
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Bella domanda, quella che circola: alla quale è difficile dare risposta.
Da anni ormai circola il termine NIMBY (not in my backyard, ovvero: no nel mio cortile) per definire quell’ambientalismo che accetta impianti destinati a migliorare la transizione ambientale purché non vicino a casa loro: a conferma che l’atteggiamento è tutt’altro che d’oggi.
La vignetta qui sopra, ripresa dal giornale satirico francese “Le canard” batte sullo stesso tema: quello che i francesi chiamano l’ecologismo al caviale, un chiaro sfottò. Potremmo dilungarci per paginate: la sostanza è che l’etica ambientale a volte appare più come una moda che una sostanza.