Operazione parco “Cinque Terre”

LA SPEZIA – L’Area Marina Protetta delle Cinque Terre aderisce alla rete “Mare Caldo”, promossa da Greenpeace, che in soli due anni è riuscita a istituire undici stazioni per il monitoraggio degli impatti dei cambiamenti climatici sui mari italiani. Greenpeace si è immersa in questi giorni nelle acque delle Cinque Terre con il supporto dell’AMP dove si sta lavorando all’installazione di sensori per la misurazione delle temperature marine lungo la colonna d’acqua.

I dati raccolti durante i primi due anni di monitoraggio insieme al Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita (DiSTAV) dell’Università di Genova, partner scientifico del progetto, e al laboratorio tecnico ElbaTech, indicano chiaramente come i nostri mari si stiano scaldando fino in profondità con gravi impatti sulla biodiversità marina, dalla scomparsa delle specie autoctone più vulnerabili all’invasione di altre specie, spesso aliene, che meglio si adattano a un mare sempre più caldo.

“Si tratta di un progetto unico a livello nazionale che è stato capace di far collaborare diversi soggetti su una problematica urgente e attuale. Anche dal punto di vista scientifico questo progetto ha un valore enorme: solo tramite l’adozione di protocolli comuni, la condivisione e il confronto dei dati è possibile valutare gli impatti dei cambiamenti climatici ad ampia scala sui nostri mari e promuovere politiche di conservazione e gestione” dichiara Monica Montefalcone, responsabile del progetto “Mare Caldo” per il DiSTAV dell’Università di Genova.

Il progetto “Mare caldo” è iniziato a fine 2019 con una stazione pilota per la misurazione delle temperature fino a 40 metri di profondità installata da Greenpeace nel mare dell’Isola d’Elba. Dopo l’adesione nel 2020 di quattro AMP (Portofino in Liguria, Plemmirio in Sicilia, Capo Carbonara e Tavolara-Punta Coda Cavallo in Sardegna), nel 2021 si sono aggiunte l’AMP di Torre Guaceto in Puglia, Miramare in Friuli-Venezia-Giulia, Isola dell’Asinara in Sardegna e Isole di Ventotene e Santo Stefano nel Lazio. Oggi con l’adesione dell’AMP delle Cinque Terre e dell’AMP delle Isole Tremiti sono ben dieci le Aree Marine Protette che hanno deciso di entrare nella rete e lavorare insieme a Greenpeace.

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