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Concessioni ormeggi e balneari, che errore!

Angelo Siclari

Da Angelo Siclari, presidente di Assormeggi Italia, riceviamo questa nota sull’ukase della UE per le gare da esplicare per le concessioni demaniali degli approdi nautici:

Uno Stato (inteso come soggetto dell’ordinamento giuridico statale) che non pone tutela e difesa verso le proprie imprese che negli anni hanno contribuito a fare del turismo del mare una vera eccellenza, riconosciuta a livello mondiale, a cosa può servire?

A cosa possono servire coloro (riferito a senatori e deputati) che hanno mandato parlamentare e permettono che ciò avvenga?

Garantire a chi ha tanto potenziale economico di potersi accaparrare ciò che le piccole e medie imprese hanno realizzato in anni di sacrifici e con tante difficoltà, sarà uno degli errori politici, sociali e culturali che l’Italia pagherà a caro prezzo.

Altro che libera concorrenza, altro che garanzia del bene pubblico, altro che aumento della qualità…

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Vedrete quando le piccole imprese (per lo più a conduzione familiare) si troveranno a dover competere con multinazionali o gruppi di poteri economici. 

Altro che aumento di spiagge libere, altro che approdi più liberi per l’ormeggio. 

È questo che succederà nel prossimo futuro a proposito di imprese balneari ed imprese di posti barca, dopo che oggi dai palazzi della politica romana sono giunte conferme che per loro il futuro è davvero incerto, avendo le forze politiche di maggioranza trovato l’accordo sull’articolo 2 del disegno di legge Concorrenza, quello sull’«efficacia delle concessioni demaniali» che da mesi tiene bloccato il ddl.

Hanno optato per la definizione dei risarcimenti, che saranno a carico dei subentranti. 

Per questo sarà varato un apposito decreto legislativo con il quale il governo dovrà definire le regole per le nuove gare.

La cosa che più fa rabbia è che questa assurdità viene presentata da taluni politici come un traguardo importante per il bene del nostro paese. 

*

Caro presidente, ci sono norme che sul piano dei principi possono sembrare giuste – contro il monopolio perenne delle concessioni – ma che poi ritraducono, senza le giuste considerazioni e le altrettanto giuste garanzie per chi ha investito in anni ed anni, in solenni porcate. L’abbiamo scritto più volte. E pensiamo comunque che l’Italia finirà per aggirare furbescamente le imposizioni da Bruxelles: non sarebbe la prima volta.

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Pubblicato il
1 Giugno 2022
Ultima modifica
6 Giugno 2022 - ora: 11:31

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