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Anche i delfini vanno in guerra

Due studentesse del Liceo Scientifico di Livorno, Margherita e Sofia, ci scrivono scandalizzate:

Abbiamo visto una trasmissione in TV nella quale si accennava che i russi stanno usando nella guerra in Mar Nero i delfini per scovare le mine navali piazzate dagli ucraini. Cercando su Google abbiamo scoperto che è vero, ma che anche altri animali marini vengono addestrati addirittura per missioni suicide. Non c’è più limite alla crudeltà?

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Care ragazze, avete sollevato il coperchio di una pentola che contiene molto altro e molto peggio. Ma non dobbiamo meravigliarci più di tanto, visto che il sistema di usare gli animali in guerra è antico come l’uomo o quasi. Se sono cambiati i metodi – dall’uso degli elefanti da combattimento a quello dei cavalli che trainavano carri con le falci alle ruote – non è cambiato il concetto della “spendibilità” degli animali, anche quelli considerati superiori. La storia c’insegna: anche durante la Seconda Guerra Mondiale c’erano cani con una bomba legata sulla schiena che venivano addestrati a infilarsi sotto i carri armati nemici e ad esplodere e in Africa i cammelli venivano spot sui campi minati per aprire i varchi.

In quanto ai delfini – ma anche alle otarie ed altri mammiferi marini – non sono solo i russi ad utilizzarli per sminare: molti altri paesi, compresi gli USA dove esistono vere e proprie scuole d’addestramento, molti cetacei vengono abituati ad utilizzare il proprio sonar naturale (il bio-sonar) per scovare oggetti metallici sul fondo, anche seppelliti sotto qualche metro di sabbia. Si dice che siano in grado di segnalare un oggetto di 8 cm di diametro (per esempio un proiettile di cannone o un razzo) da 200 metri di distanza. Anche questi poveri animali possono attaccare sottomarini o navi di superficie portando uno zaino esplosivo. Crudele, certo: ma non dimentichiamo i kamikaze giapponesi che si immolavano sulle navi USA o i nostri sub “Gamma” che come Teseo Tesei si facevano saltare sott’acqua. Tutte le guerre sono senza limiti per crudeltà e morte.

Pubblicato il
29 Giugno 2022

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