Rigassificatore a Piombino, Idra insorge

Nella foto: La protesta a Piombino.
L’associazione toscana Idra ci ha inviato una lunga nota critica sulla posizione della Regione in merito al rigassificatore in porto a Piombino. Ne riportiamo alcuni estratti, data la lunghezza del testo.
✍✍ Nella nuova memoria che Idra indirizza oggi al presidente-commissario per il rigassificatore di Piombino, l’associazione ecologista fiorentina sottopone a Eugenio Giani due pesanti osservazioni di fondo.
Da settimane ormai circola la favola di ‘soli due anni’ di occupazione militare del porto di Piombino da parte della nave rigassificatrice che il Governo ha autoritariamente deciso di imporre a quella comunità.
Ora, il “decreto aiuti” che ha permesso a Draghi di nominare Giani commissario straordinario prevede un fondo pubblico di copertura dei rischi d’impresa pari a 30 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2043; convertito alla Camera, il decreto risale al 17 maggio. All’8 giugno, risale l’atto di nomina di Giani.
Ma, ancora il 29 giugno, davanti al Consiglio regionale, il presidente-commissario ha descritto l’intervento, sì, come una “scelta strategica, storica, fondamentale per gli interessi nazionali del Paese”, effettuata “dopo un’attenta analisi a livello di Ministero per la transizione ecologica” e con “tanto di relazioni nei confronti del Governo” prodotte da Snam. Ma tutto ciò per una nave che “tanto ci deve stare due anni”!
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Meno di 48 ore più tardi, il 1 luglio, dinanzi al Consiglio comunale di Piombino sotto assedio dei manifestanti provenienti da ogni parte della Val di Cornia, dell’Elba e della Toscana, il commissario Giani ha rivelato l’arcano appena appreso: “Sapete cosa è scritto nell’istanza di Snam rispetto alla durata? Richiesta di quel molo, di quella banchina, per 25 anni! Una notizia di poche ore fa!”.
Sulla base di quale decreto legge, chiede quindi Idra, Giani ha potuto assicurare in lungo e in largo che il posizionamento della nave rigassificatrice, e la movimentazione aggiuntiva di navi metaniere provenienti da ogni parte del mondo, sarebbero durati non più di due anni?
Senza contare che non occorre una laurea in economia per intuire che un investimento di 330 milioni di euro (come quello per la gigantesca rigassificatrice “Golar Tundra”), a cui aggiungere la costruzione di un raccordo di 8,5 km fra il porto e la rete del gas da realizzare dentro un sito di bonifica di interesse nazionale, non si può certo traguardare a due-tre anni, come ha osservato anche il Sindaco di Follonica: sarebbe clamorosamente antieconomico!
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