Così il Covid in Cina condiziona la logistica mondiale

Andrea Monti

LIVORNO – Sembra che il mondo della logistica sia diviso in due, con facce totalmente diverse come quelle della Luna: 🌝 una apparentemente brillante, con traffici marittimi registrati in crescita – sia pur con i noli ancora alti – mentre l’altra 🌚 conferma l’affanno generale per il brutale freno che la politica cinese del Covid-zero ha imposto a chi dei prodotti cinesi ha disperatamente bisogno.

Ne parliamo con 👤 Andrea Monti di So.Ge.Se. – sede all’interporto Vespucci ma uffici in tutto il mondo – nel nostro periodico appuntamento sulla logistica mondiale, che la sua azienda monitorizza con particolare riferimento proprio i traffici con la Cina.

 

🎙 Covid-zero in Cina, perché ne risentiamo tanto anche noi?

🗣 “Perché non possiamo illuderci, la Cina è diventata la fabbrica mondiale numero uno: e quando i suoi porti di export sono ciclicamente bloccati è come chiudere la giugulare al mondo intero. Inoltre il Covid blocca a ripetizione anche la produzione. Così quando si riprende a produrre, anche a singhiozzo, le due azioni si sommano e ci sono colonne di mezzi pesanti fuori dai porti cinesi in colli di bottiglia che nessuno può sapere quando si risolveranno. Il settore dei container, nel quale operiamo, è tra i più colpiti”.

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