Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Shipping in Italia: sempre più sfide

Gian Enzo Duci

NAPOLI – Il settore dello shipping è stato al centro del dibattito della Port&ShippingTech, con due sessioni dedicate, giovedì e venerdì scorsi al Centro Congressi della Stazione Marittima del capoluogo campano.

Giovedì si è svolta la sessione Shipping Challenges: finance, costs, regulations, and more per discutere di ESG e delle problematiche legate all’adozione di tali principi e il loro impatto sui business model, l’operatività e sul conto economico; infine un focus è stato dedicato alla regolamentazione e agli aspetti di riforma giuridica.

La moderazione e l’introduzione alla sessione sono state affidate a Gian Enzo Duci, personalità di spicco nel settore, attivo da sempre nell’associazionismo e docente dell’Università degli Studi di Genova.

Due gli interventi della sessione: “Il porto IGT (Intermodale, Green e Terribilmente) connesso”, Olimpia Ferrara, responsabile Osservatorio Maritime Economy di SRM ha spiegato le strategie vincenti per il porto del futuro possono vincere le sfide con le strategie del futuro. – “Il Quadro Regolatorio in materia di Sustainable Finance: rischio di confusione e sovrapposizione, di Fabrizio Vettosi, chairman shipping finance WG dell’ECSA, che con perfetto tempismo ha affrontato il problema della nebbia informativa che la diffusione “spregiudicata” degli strumenti ESG sta spandendo sul settore.

[hidepost]

Venerdì è stata la volta di Green Ports and Shipping.

I temi della sessione hanno riguardato le sfide, sistemiche e congiunturali, del settore e di come i player – aziende portuali e marittime – dovranno affrontarle. Sfide che riguardano in primis l’ambiente: come la riduzione della carbon footprint della navigazione commerciale, criticità in cima alla lista dell’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO – International Maritime Organization) delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea.

La crisi post-pandemica e la guerra hanno forse rallentato il processo di riforma transizionale dello shipping è quindi auspicabile una maggiore definizione delle linee di sviluppo nel campo della propulsione, delle opere marittime, delle infrastrutture portuali e retroportuali e delle normative tecniche.

Le tecnologie per arrivare all’obiettivo di emissioni zero o neutrali già esistono e dovranno coinvolgere non solo lo shipping ma tutta la filiera e, a monte, il sistema di gestione e di generazione energetica. 

[hidepost]

Pubblicato il
1 Ottobre 2022

Potrebbe interessarti

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora