LIVORNO – Qualche riflessione allargata è d’obbligo sulla kermesse che anche quest’anno il Gruppo Grimaldi ha dedicato, nella location di Sorrento, alle problematiche dello shipping e della logistica: riflessioni che vanno oltre i pur considerevoli interventi degli esperti e dei manager su tecnologie e difesa ambientale.
Ci provo, anche se – ahimè – non da Sorrento.
Dove per noi è andata 👤 Michela Berti di QN.
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La prima riflessione è un atto di riconoscimento a 👤 Emanuele Grimaldi e al suo Gruppo: niente lamentele, niente appelli allo Stato perché sganci risorse, molti impegni strategici e finanziari per un prossimo futuro visto in chiave complessa ma positiva.
Navigare necesse est.
Quando il gioco si fa duro – dicevano ancora un tempo – i duri cominciano a giocare. E tempi più duri di quelli che stanno arrivando non li abbiamo visti.
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Le Autostrade del Mare sono un mantra intorno al quale ruotano centinaia di problemi ma anche di programmi e di speranze.
L’Italia è una penisola, con al centro una catena montuosa non facile da attraversare: la stesa geografia dunque spinge a privilegiare il mare come strada di trasporto e comunicazione: è un luogo comune che però non è stato appieno digerito.
È giusto – è stato detto – potenziare strade 🛣, autostrade 🚗🚛, ferrovie 🚞: ma se i Gates, ovvero i porti 🛳🏗, non funzionano bene tutto rallenta o si blocca.
Se poi i problemi nascono dalla burocrazia che impera, o dalle più assurde puttanate che si leggono (l’ultima: le Soprintendenze alle Belle Arti pretendono di decidere sul colore nelle navi) la battaglia si fa ostica.
🗣 Già oggi – ha ricordato 👤 Emanuele Grimaldi – certe scelte o non scelte dei territori impongono lunghi, costosi e incerti ricorsi alla magistratura. Per le imprese che si sforzano per un “just in time” ormai imperante nel mondo, è un gioco al massacro.
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