Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

I risparmi delle CdC al territorio

Nella foto (da sx): L’avvocato Celotto e il presidente Breda.

ROMA – La Corte Costituzionale dà ragione alla Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno, una vittoria di cui beneficeranno tutte le Camere di Commercio italiane. La Camera di Commercio aveva infatti sollevato un contenzioso relativamente all’obbligo di riversare al bilancio dello Stato i risparmi ottenuti attraverso le regole di contenimento della spesa. L’Ente si trovava infatti ad affrontare una situazione paradossale: oltre ad aver subito una riduzione del cinquanta per cento nei diritti attraverso i quali si autosostiene, doveva versare allo Stato ogni risorsa ottenuta attraverso tagli e risparmi, risorse che si traducevano in mancati interventi sul territorio e investimenti sulla struttura.

L’Ente, assistito dall’avvocato e celebre costituzionalista Alfonso Celotto, ha così avviato un contenzioso giunto alla Corte Costituzionale che finalmente ha accolto la posizione della Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno.

“Sebbene in contesti di grave crisi economica si possa ritenere appropriata la scelta legislativa di imporre regole di contenimento della spesa, non altrettanto si può dire per l’obbligo di riversare al bilancio dello Stato i risparmi così ottenuti, vanificando lo sforzo sostenuto dalle Camere di commercio nel conseguire quei risparmi”. È infatti quanto si legge nella sentenza n.210 depositata nei giorni scorsi (redattore il giudice Angelo Buscema) con cui la Corte costituzionale ha ritenuto irragionevole l’applicazione alle Camere di commercio delle disposizioni sull’obbligo di riversare al bilancio dello Stato i risparmi derivanti dalle regole di contenimento della spesa, a fronte della loro particolare autonomia finanziaria che preclude la possibilità di ottenere finanziamenti adeguati da parte dello Stato e interventi di ripianamento di eventuali deficit generati dalla gestione amministrativa dei medesimi.

Pubblicato il
19 Ottobre 2022

Potrebbe interessarti

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora