Panigaglia e i nodi per rifornire di gas

Giorgio Bucchioni

Giorgio Bucchioni, presidente degli agenti marittimi di La Spezia e una lunga carriera anche da imprenditore, ci ha girato queste sue considerazioni sulla fornitura di gas alle navi sulla base dei progetti in atto per il terminal – il primo in Italia – di Panigaglia nel golfo spezzino.

Guardo sempre con ammirato interesse al sistema referendario svizzero, in cui è costante il prevalere della razionalità, nella consapevolezza che per noi italiani quel sistema è da collocarsi nel regno dell’utopia.

Paradigmatici due referendum sul nucleare. Ora, qui da noi, siamo al gas! 

Se proviamo a fare il punto, semplificando per quanto possibile, e dando per scontato un minimo di conoscenza della vertenza, possiamo individuare due filoni.

Il primo riguarda l’implementazione delle possibilità operative del Terminal di Panigaglia con una procedura autorizzativa-amministrativa che si è conclusa con il parere favorevole della Regione Liguria e quindi con l’autorizzazione del MISE. Si tratta fondamentalmente di realizzare opere infrastrutturali che consentano l’imbarco del gas da destinare alla rete di distributori stradali e alle bettoline per il bunkeraggio delle navi o per il trasferimento ad impianti minori. Non si dimentichi che per dare il gas alle navi oggi occorre farlo giungere da Marsiglia, Barcellona o Rotterdam e, per l’autotrazione, da Marsiglia. È di tutta evidenza come tale implementazione, se deve essere criticata, dovrà esserlo per il ritardo con cui è maturata, molto probabilmente perché ostacolata dai soliti noti che vogliono aggiungere un nuovo ostacolo al futuro. 

Il secondo riguarda una soluzione operativa per rifornire il mercato del gas per autotrazione che SNAM ha formalizzato con l’ istanza di concessione di una porzione di Calata Malaspina dopo una interlocuzione di alcuni mesi con soggetti diversi con i quali non ha potuto concludere alcun accordo. Ricordo sia il bando, andato deserto, che le trattative con il Gruppo Canarbino e, immagino, con altri di cui non ho evidenza.

A norma di legge, la 84\94, titolati a svolgere le operazioni di imbarco\sbarco merci sono i Terminal titolari dell’ art.16 e art.18 (concessione e imprese) cui eventualmente compete una verifica sulle condizioni della concessione. 

Se SNAM non ritiene di perseguire la via normale e chiede una propria concessione sulla Malaspina è logico e normale attendersi qualche distinguo non solo sulla stampa ma anche nelle procedure legittimamente attivate dalla AdSP: si dovrà in primis procedere all’esame delle osservazioni, delle opposizioni, delle domande in concorrenza eventualmente pervenute, cui seguirà un provvedimento di scelta motivata.

Dopodiché Commissione consultiva, Tavolo di partenariato e Comitato di Gestione. Nel frattempo, avvocati, Tar, polemiche sui media nazionali con ritorni di immagine negativi.

Non so come finirà questa vicenda ma so che la scelta della Calata Malaspina mi vede contrario mentre trovo apprezzabile la sensibilità di SNAM che è alla ricerca di una soluzione che tranquillizzi il più possibile chi è senza preconcetti invece di far transitare su strada i camion con il gas come credo sia in suo diritto.

Calata Malaspina è una scelta sbagliata e il Porto della Spezia ha tutti gli asset necessari per gestire il traffico SNAM in condizioni di normalità operativa che non provochi preoccupazioni alla popolazione minimizzando interferenze e condizionamenti. La SNAM ha il diritto di sviluppare la sua attività nell’interesse generale (dell’ Italia) e il porto della Spezia ha il diritto di indicare (e decidere) sul come utilizzare le proprie infrastrutture.

Da parte nostra, memori di antiche interlocuzioni con l’amico Bucchioni, riteniamo che i pareri espressi dal presidente degli spedizionieri meritino la più attenta considerazione da parte sia di SNAM che delle istituzioni. Non entriamo poi – è meglio – sulla tragedia della burocrazia che ancora accompagna tutte le iniziative nazionali, sull’ambiente ma non solo.

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