L’Italia verso l’inferno della Turchia
ROMA – Il tragico sisma che ha messo in ginocchio Turchia e Siria ha attivato una corsa di solidarietà mondiale non solo a parole.
Sono partiti nella notte di mercoledì i primi voli di aiuti umanitari stanziati dall’Italia diretti alle zone più colpite.
I primi velivoli sono stati un P180 e due C130 dell’Aeronautica Militare con a bordo personale specializzato della Protezione Civile e delle Forze Armate e materiali di soccorso: prima parte del programma di aiuti urgenti messo a disposizione dall’Italia per offrire assistenza e aiuto alle unità turche impiegate nelle operazioni di soccorso nella provincia meridionale turca di Kahramanmaras, la più colpita il 6 febbraio dalle violente scosse di terremoto.
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Segue via mare la nave da sbarco “San Giorgio” della Marina Militare, che è attrezzata anche con un forno ospedale di bordo e che ha imbarcato mezzi di trasporto, attrezzature di primo soccorso, viveri e tende.
La nave dovrebbe attraccare a Iskenderun ammesso che le strutture portuali siano state rimesse in efficienza. Altra ipotesi è il porto di Andalya, più ad Ovest.
Come spiegato dal ministro 👤 Guido Crosetto in una nota, 🗣 “la Difesa sta seguendo con apprensione i drammatici aggiornamenti sul sisma e, in coordinamento con la Protezione Civile, sta mettendo in campo tutte le sue disponibilità di mezzi e personale per aiutare le popolazioni colpite dal terribile sisma”. Il ministro ha anche aggiunto la vicinanza 🗣 “alle popolazioni colpite dal terribile terremoto in Turchia e Siria”.
Il ponte aereo attivato e coordinato dallo Stato Maggiore della Difesa proseguirà con l’invio di ulteriore personale, tra cui specialisti sanitari, e con il programma di nave “San Giorgio”. La nave può imbarcare fino a mille tonnellate di materiali vari, ha un equipaggio di quasi 300 uomini, è dotata di mezzi da sbarco veloci e quattro elicotteri.
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