Flagello microplastiche in mare
FIRENZE – In una approfondita relazione presentata anche sul sito ARPAT della Regione Toscana, per la riduzione dei rifiuti marini il “Programma di misure”, approvato a dicembre 2021 prevede (descrittore 10 Marine Litter) l’avvio di prototipi sperimentali su impianti di depurazione per la rimozione delle microplastiche e la valutazione di strumenti per la riduzione dei rifiuti da sorgenti fluviali, anche attraverso prototipi sostenibili sperimentali, per la loro intercettazione.
Queste misure sono importanti – sottolinea ARPAT – per poter raggiungere il traguardo previsto, associato al descrittore 10 ossia, “la composizione e quantità dei rifiuti marini sul litorale, nello strato superficiale della colonna d’acqua, sul fondo marino, dei microrifiuti nello strato superficiale della colonna d’acqua e dei rifiuti marini ingeriti dagli animali marini sono tali da non provocare rilevanti impatti sull’ecosistema costiero e marino.”
In particolare attraverso il monitoraggio effettuato da ARPAT vengono reperite le informazioni sui rifiuti superficiali, sui rifiuti spiaggiati, sui rifiuti sul fondo marino e sui rifiuti contenuti negli stomaci dei grandi mammiferi (cetacei) e rettili (tartarughe) spiaggiati sulle coste toscane.
I rifiuti marini provengono sia da terra attraverso i fiumi, le emissioni industriali, gli scarichi delle acque meteoriche, ecc.., che da mare attraverso le attività legate alla pesca (reti abbandonate) e acquacoltura, scarico in mare illegale o accidentale da parte di navi (es. trasporti, turismo).
Un importante passo avanti in Italia – conclude ARPAT – è stato fatto con la recente approvazione della Legge Salvamare (Legge n.60 del 17 maggio 2022) che consente ai pescatori di portare a terra i rifiuti, tra cui molta plastica, recuperati con le reti in mare o nelle acque interne (laghi e fiumi), e conferirli in porto, dove le autorità portuali devono riceverli in apposite isole ecologiche e avviarli al riciclo.