Quel mare di coca in mare
Da Firenze ci invia una mail il dottor Cesare F. sul clamoroso ripescaggio in alto mare davanti a Catania di due tonnellate di panetti di cocaina.
Vorrei capire, anche con il vostro aiuto, se quel ritrovamento in mare di quelle tonnellate di cocaina fa parte di un nuovo sistema per i narcotrafficanti di recapitarla, dopo i container e i Tir.
[hidepost]
*
Caro dottore, alla base di tutto c’è evidentemente un “mercato” che tira, perché in questi casi non si tratta di spacciatori al dettaglio ma di organizzazioni alla grande. Secondo la Guardia di Finanza, che ha fatto il colpaccio, il metodo non è nemmeno tanto nuovo, visto che ci sono stati altri casi, sia pure su quantitativi minori. Peraltro i trafficanti dovevano essere sicuri del successo, visto il valore (400 milioni di euro) della “partita” lasciata a galla: il che presumere che altre volte l’abbiano fatta liscia. Da quanto risulta nelle varie cronache, i narco hanno messo a punto varie strategie: dai mini-sottomarini alle barche a vela, fino a sacchi impermeabili e zavorrati sul fondo del mare con a galla un piccolo segnale radarabile collegato con una cima. Che a terra ci sia un’organizzazione ramificata capace di organizzare la raccolta e poi la distribuzione è ovviamente più che certo.
[/hidepost]