Troppi equilibrismi per gestire porti e shipping

LIVORNO – A mente fredda, dopo qualche giorno dal convegno in Fortezza Vecchia organizzato da ShipMag con il periodico dell’AdSP labronica Port News, cosa rimane più in evidenza nella memoria? L’amara realtà di Autorità portuali che – avrebbe scritto Italo Calvino – sono come il visconte dimezzato. Ovvero dimezzate nelle possibilità operative per una riforma portuale che è rimasta in buona parte al palo, inchiodando le responsabilità dei presidenti ai lacci e laccioli che ingessano gli enti pubblici. Come a dire: non ci fanno lavorare, perché su ogni minimo tema – comprese le micro-gare da quattro spiccioli – ci sono decine di intoppi, di controlli incrociati e di verifiche spesso fine a se stesse, con una filosofia di fondo che è l’estrema sfiducia. Per superare questa catena di sospetti sull’integrità personale e di istituzione, occorrono equilibrismi che spesso sono già difficili dell’immagine che abbiamo riportato qui sopra.

Difficile lavorare dunque, senza che si arrivi a un aggiornamento sostanziale della riforma portuale e dello stesso Codice della Navigazione. Un’esigenza questa sottolineata nel suo articolato intervento di apertura anche dal comandante del porto contrammiraglio (cp) Gaetano Angora, che ha anche ricordato come le infrastrutture sono importanti, ma altrettanto lo è la formazione degli uomini.

“Informatizzare, dunque – ha detto testualmente Angora – ma anche formare, professionalizzare, per stare al passo coi tempi, creare occupazione ed assecondare le esigenze dei mercati”.

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