Nello D’Alesio addio!

Nello D’Alesio

LIVORNO – Se n’è andato in silenzio, dicono con il sorriso sulle labbra malgrado la sofferenza del male incurabile che l’aveva azzannato due anni fa. E con il sorriso sulle labbra Nello D’Alesio, armatore livornese figlio del fondatore della dinastia cavaliere del lavoro Gaetano, ha sempre vissuto. In tempi felici, quando la sua flotta di petroliere e tanker era arrivata alla soglia delle venti navi, fino ai tempi di crisi, affrontati insieme al fratello maggiore Antonio e alla generazione dei figli e nipoti – Gaetano, Antonio, Mauro e Francesco – con sereno coraggio. Negli ultimi tempi si era dedicato in particolare all’altro importante business del gruppo, i depositi costieri del porto labronico. Sia il padre Gaetano, sia il fratello Antonio che Nello, erano saldamente radicati alla città e anche in tempi nei quali sembrava che potessero aspirare a più alte collocazioni dell’azienda – avevano loro offerto prestigiose location sia nei primi porti d’Italia che del Mediterraneo – non avevano voluto accettare. Fino all’ultimo cercarono di far costruire le loro navi nel cantiere navale di Livorno. Le ultime costruzioni, in Turchia, avevano sempre orgogliosamente battuto la bandiera italiana.
Con Nello ci erano sentiti all’inizio dell’anno quando l pesante crisi dei noli, legata alla guerra in Ucraina ma anche al verismo imperante contro i carburanti fossili, sembrava coinvolgere il mercato. Gli aveva chiesto se le petroliere e il reattivo business forse al tramonto. “Per chi ha voglia di lavorare e s’impegna – aveva risposto sereno – petrolio, greggio o gas saranno sempre una fonte di lavoro”.
Dell’ imprenditore Nello si scriveranno in questi giorni fiumi di parole. Io voglio ricordare, a poche ore dalla notizia della sua scomparsa, l’uomo Nello: un buono, un generoso, un positivo. Amici, collaboratori, dipendenti, politici e sindacalisti lo ricorderanno come immagine della serena capacità di affrontare nello stesso modo le alterne fortune di chi fa impresa. La sua bella casa in campagna era sempre aperta, ma non solo: non ha mai risposto no a richieste di aiuto da parte delle associazioni dei meno fortunati, non ha mai lesinato il personale intervento anche singolo. All’associazione livornese dell’Assonautica, che si occupava di disabili appassionati di mare, volle donare una lancia di salvataggio prelevata da una delle sue navi. Borse di studio, impegno per i giovani, e una grande passione per il mare lo hanno sempre caratterizzato.
Ciao Nello, adesso dormi, riposa. Come scriveva Federico Garcia Lorca, “tambien se muore il mar”. (A.F.)

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