Le Alpi “tormento” per i TIR

Paolo Uggè

ROMA – Dal Brennero alla chiusura del Monte Bianco, con lo spostamento del traffico pesante al Frejus: fra le limitazioni ai TIR da parte dell’Austria e i lavori di manutenzione ai trafori, l’economia italiana subisce la difficoltà di accesso ai mercati europei. 

Lo ribadisce il presidente di Fai-Conftrasporto Paolo Uggè, che condivide la preoccupazione espressa dal viceministro ai Trasporti Edoardo Rixi, anche in merito al tunnel di Tenda (dove c’è un problema con la Francia per il passaggio dei mezzi pesanti) e sul colle della Maddalena per l’adeguamento della strada.

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Uggè ricorda come da tempo la Federazione degli Autotrasportatori Italiani avesse lanciato l’allarme sulle criticità con le quali l’economia del Paese si sarebbe dovuta confrontare. Criticità che derivano dalla sottoscrizione del Protocollo Trasporti, parte della Convenzione delle Alpi.

“Ora siamo arrivati al dunque – afferma Uggè – Quando negli anni Duemila avvenne la chiusura del traforo del Monte Bianco, il governo calcolò in 3 miliardi di euro il danno economico subito dall’Italia. Oggi gli ostacoli che si estendono ad altri punti di attraversamento dell’arco alpino rischiano di essere una grave limitazione che può affossare la ripresa del nostro Paese”.

“Premesso che le manutenzioni sono necessarie, il Governo porti immediatamente la questione all’attenzione della Ue e chieda di poter utilizzare risorse per i settori economici particolarmente colpiti, da non assoggettare alle normative degli aiuti di Stato, o che siano aggiuntive rispetto a quelle a fondo perduto già previste dal PNRR”, conclude il presidente di Fai-Conftrasporto.

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