Prepensionamento portuali, bocche del porto, zona Zls
LIVORNO – Sull’esigenza di aggiornare le normative, il tema dei prepensionamenti dei portuali sta impattando anche sul personale delle AdSP. Tanto che, in attesa di interventi del governo, alcune AdSP hanno “spalmato” sulle retribuzioni del proprio personale, sia pure per modeste quote, gli oneri sostenuti per i prepensionamenti attuati in casi di necessità oggettive. Il tutto, ovviamente, in accordo con le Rsu interne, anche se alcuni dipendenti si sarebbero lamentati di non essere stati pre-avvertiti.

Matteo Paroli
LIVORNO – Ci si sta chiedendo come fare per adeguare e ammodernare le norme su pensionamento dei lavoratori portuali che malgrado i mezzi moderni continuano a subire stress fisici notevoli. Ci sembra importante su questo piano l’intervista che riprendiamo da “Quadrante Europa” all’avvocato 👤 Matteo Paroli, segretario generale dell’AdSP del Nord Tirreno e da tempo impegnato sul tema specifico.
🎙️ Avvocato Paroli, non ritiene che sia ormai tempo di rivedere ed adeguare la normativa che concerne la conclusione del rapporto per i lavoratori portuali?
🗣️ “Se intendiamo essere competitivi sui mercati internazionali, direi proprio di si e in ciò mi sento corroborato anche da quanto opportunamente sostenuto dal vice ministro Edoardo Rixi lo scorso Maggio durante un incontro in Fortezza Vecchia. Se, infatti, è vero che le maestranze portuali, grazie alla meccanizzazione, non vengono più sottoposte allo sforzo corporale che era normale fino a qualche decennio fa, è altrettanto vero che determinate incombenze – come, ad esempio, il rizzaggio e derizzaggio delle merci e dei trailers – continuano a richiedere una prestanza e una forza fisica che si ha difficoltà a pretendere da un sessantenne o da chi sia portatore di un’inabilità, magari dovuta proprio alla durezza del lavoro che ha svolto.
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🗣️ “Per questo, come altri che hanno a cuore la questione, sono decisamente convinto che sia ormai tempo di modificare la legge ponendo allo studio giuste agevolazioni per l’esodo – sempre in forma volontaria – dei lavoratori più prossimi ad andare in quiescenza e di quelli che risultano affetti da qualche inabilità. Una delle ipotesi maggiormente perseguibili, in conclusione, sarebbe quella di introdurre la possibilità per le AdSP di offrire forme di incentivo e di contribuzione per avviare ad un pensionamento volontario i lavoratori che si avvicinano alla conclusione naturale del rapporto e quelli inabili, anche parzialmente.
🗣️ “Il legislatore, in realtà, è già intervenuto, anche recentemente, sulla tematica del lavoro usurante con l’istituzione di un Fondo nazionale che, tuttavia avrà bisogno di tempo per divenire pienamente operativo. Ciò che noi riteniamo necessario fare oggi è introdurre una norma ponte di natura eccezionale, in grado di entrare in vigore al più presto in modo da anticipare gli effetti di un incentivo all’esodo volontario che molti lavoratori dei porti nazionali potrebbero valutare positivamente.
🎙️ Secondo lei, le Authorities avrebbero già gli strumenti per agire in tal senso?
🗣️ “Il quadro normativo attuale, invero, autorizza le AdSP ad intervenire per la formazione dei lavoratori dei porti in modo da renderli capaci di affrontare mansioni diverse da quelle per cui vengono normalmente impiegati, ma non prevede, se non in casi ben precisi ed assai limitati, la possibilità di incentivarne il pensionamento. Occorre perciò agire in modo che, attraverso una modifica della legge 84/94, questa lacuna possa essere colmata facendo sì che al lavoro nei porti venga finalmente riconosciuta la qualifica di “lavoro usurante”. Si tratterebbe di ottenere forme di pensionamento di cui le Authorities potrebbero farsi carico, magari con l’erogazione di un contributo ministeriale una tantum, ma senza sostanziali gravami per le casse dello Stato.
🗣️ “Come ho detto, la recente legge di riforma portuale, in effetti, già oggi prevede un fondo destinato agli esodi che, però, è rimasto di fatto inutilizzabile per l’assenza dei relativi decreti di attuazione e ben difficilmente sarà possibile usufruirne prima del 2026 mentre la soluzione di un problema tanto concreto ed attuale richiede una soluzione assolutamente non rinviabile. Allo scopo, ritengo indispensabile approfondire l’attuale impianto normativo di carattere generale, sia in tema previdenziale che assicurativo, senza escludere le vigenti norme in materia di infortunistica sui luoghi di lavoro. Se, infatti, è assodato che ai lavoratori portuali si applica al riguardo la normativa speciale di settore, non si può escludere che alcuni istituti di portata generale, già oggi esistenti e pienamente fruibili, siano utili ad accompagnare il percorso di uscita dal mondo del lavoro in porto per quelle categorie di lavoratori alle quali facevo riferimento.
🗣️ “È del tutto evidente che su di un tema così importante e delicato, si rende indispensabile un serrato e puntuale confronto anche con le associazioni datoriali e con i sindacati, attori senza i quali assai difficilmente si potrebbe addivenire al risultato auspicato”.
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L’intervista ha spaziato poi anche sul tema dei lavori attesi a Livorno per migliorare il porto. Eccola.
🎙️ In attesa di vedere realizzata darsena o piattaforma Europa, che sembra ormai meritare l’aggettivo “chimerica”, quali potrebbero essere gli interventi per rendere nel frattempo lo scalo marittimo labronico maggiormente ricettivo per le grandi portacontenitori di 330/340 metri?
🗣️ Le mie posizioni in proposito sono abbastanza conosciute, visto che le vado ripetendo da tempo. In attesa che l’Ufficio commissariale competente completi l’articolato percorso per la realizzazione della Darsena Europa, credo che sia del tutto prioritario ed imprescindibile procedere ad un duplice intervento di natura strategica: il primo è certamente l’ormai noto ampliamento del canale per accedere alla Darsena Toscana resecando la banchina sul lato della Torre del Marzocco. Ciò consentirà alle grandi navi di accedere alla Darsena Toscana più agevolmente e di compiere in tutta sicurezza le evoluzioni necessarie. Il tutto entro il 2025.
🗣️ “Il secondo e correlato intervento irrinunciabile riguarda la resecazione della testata della calata Tripoli, impiegando i materiali di risulta per riprofilare la banchina della darsena Uno togliendole l’angolo acuto. Avrebbe infatti poco senso e scarsa adeguarsi alla sempre maggiore larghezza delle navi ampliando la larghezza del canale di accesso senza intervenire contestualmente per superare anche il limite di lunghezza che le attuali navi trovano per accedere nel nostro porto. La relativa progettazione non può tardare ancora.
🎙️ Gli accordi con l’Eni riguardano l’ultimazione, dopo quasi un decennio, del famigerato microtunnel?
🗣️ Esattamente. Come ricordato anche pochissimo tempo fa, possiamo finalmente parlare di tempi certi poiché l’Eni concluderà l’esecuzione della propria parte entro il Giugno del prossimo anno e a quel punto sarà possibile tagliare la banchina del Marzocco. L’operazione richiede una sincronia pressoché perfetta fra l’ Autorità di Sistema Portuale e l’Eni, che si sta rivelando davvero ineccepibile ed è stato proprio il funzionamento di questa collaborazione perfetta a consentire all’Authority la pubblicazione del bando di gara per 21 milioni per il taglio della banchina e l’allargamento del canale. Vorrei aggiungere che si sta discutendo di rendere più sicuro e diretto l’accesso portuale dal lato Sud dell’avamposto accorciando di circa 80/90 metri l’antica diga della Vegliaia, ovviamente sulla parte che si proietta verso il mare aperto.
🎙️ L’Autorità di Sistema è impegnata da tempo per ottenere l’istituzione della Zona logistica semplificata (Zls) in cui il mondo imprenditoriale, praticamente al completo, sembra riporre le migliori speranze…
🗣️ “L’Autorità di Sistema Portuale ritiene che l’istituzione della Zona logistica semplificata rappresenti uno strumento di enormi potenzialità, in grado di attirare ed incrementare investimenti sul territorio regionale da parte delle imprese operanti nella catena della logistica, dell’industria e dell’artigianato. Proprio per questo motivo è indispensabile che le tutte istituzioni coinvolte ed interessate, dalla Regione Toscana, ai comuni, all’Autorità di Sistema Portuale, agiscano in pieno accordo e sincronia, coerentemente con gli obiettivi del settore imprenditoriale. Dai primi confronti ritengo di poter già affermare che la semplificazione amministrativa per le pratiche edilizie e urbanistiche, unitamente all’utilizzo del credito di imposta ed all’accesso ai finanziamenti del settore bancario che la norma prevede, costituiscono una terna di elementi sui quali si deve lavorare con il massimo impegno e con la più grande attenzione. In questo percorso la Regione Toscana sta dimostrando di essere veramente il sostegno insostituibile che auspicavamo, unitamente alle associazioni industriali e imprenditoriali.
Antonio Fulvi
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