Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

L’Ucraina “forza” il Mar Nero

Nella foto: La nave ancora all’ormeggio ad Odessa con il suo carico di grano ucraino.

ODESSA – È partita domenica scorsa da Odessa “Primus”, la seconda nave ucraina carica di grano. Per evitare gli attacchi russi – scrive il sito di “Prime Magazine” – naviga verso la Bulgaria. Dopo che la Russia ha abbandonato l’accordo sul grano, il Mar Nero è un campo di battaglia e le navi devono prendere rotte alternative: questo significa navigare lungo le coste di Bulgaria e Romania, Paesi Nato. La Primus è arrivata in Ucraina il 20 febbraio 2022 dalla Grecia: da allora era nel porto di Odessa e non poteva lasciarlo.

La nave portarinfuse è la seconda a lasciare Odessa dopo la conclusione del “accordo sui cereali” tra Russia, Ucraina e Turchia. La prima lasciò il porto di Odessa il 16 agosto: si trattava della portacontainer di Hong Kong Joseph Schulte che stazionava nello scalo di Odessa dal 23 febbraio 2023. Dopo che la Russia si è ritirata dall’accordo, sono emersi ulteriori rischi per le navi dirette in Ucraina o provenienti dai porti ucraini, ma questi sono legati al mancato rispetto dei requisiti di ispezione della parte russa. Ieri, il vice primo ministro ucraino Oleksandr Kubrakov ha confermato il passaggio “sicuro” di una seconda nave attraverso il Mar Nero dal porto ucraino di Odessa. Come noto, la Turchia sta lavorando con la Russia e l’Ucraina per ridare vita all’accordo sul grano, che colpisce entrambi i pesi ma più che altro affama l’Africa.

Le autorità ucraine hanno intanto annunciato la creazione di una sorta di “corridoio temporaneo”, per l’evacuazione delle navi straniere dai porti ucraini, che in precedenza vi erano arrivate con le loro merci. Porti come Odessa, Yuzhny e Chernomorsk sono in primo piano. Sabato scorso, 26 agosto, i ministri degli Esteri di Ucraina e Turchia hanno già discusso il possibile ripristino dell’accordo sul grano, che però senza la Russia non è sostenibile. 

Kiev sta cercando nuove soluzioni per proteggere le proprie navi da attacchi russi:  l’aumento delle rotte terrestri, nonché un sistema di convogli con la scorta Nato, cui però gli Usa sono contrari. Quest’ultima proposta, però, non è stata accettata dagli Stati Uniti.

Pubblicato il
2 Settembre 2023
Ultima modifica
5 Settembre 2023 - ora: 17:20

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio