LA SPEZIA – C’è una lunga storia, non sempre esemplare, di città che hanno “circondato” il proprio porto cercando di incapsularlo perché non disturbasse la vita urbana. Rumori, traffico pesante, fumi delle navi: tutti elementi considerati solo nell’aspetto negativo.
Poi, lentamente, si è presa coscienza: un porto è anche lavoro, economia, impegno per una vita migliore, prospettive per i giovani, tecnologia. E si è arrivati, nei porti dove le comunità sono più evolute, a rivoltare i termini: fino a portare la città a fianco del porto, in waterfront comuni, con comunanza dei interessi, di incontri e perché no, di cultura.
Tutta questa lungagnata d’introduzione per presentare il convegno “Sotto il segno del porto” in programma venerdì 10 novembre nell’auditorio dell’Autorità portuale intitolato a Giorgio Bucchioni. Tema: il porto della Spezia cambia marcia e lancia sul mercato i suoi due asset principali: da un lato una comunità portuale coesa; dall’altro una formula logistica unica di integrazione porto, shuttle services, retroporto. E non solo a parole: nel convegno sarà anche presentato il progetto per utilizzare la parte più aperta della storica calata Pasta in un lembo di waterfront aperto non solo alle passeggiate ma anche con un forte impegno per farne un piccolo centro di artigianato, negoziati, richiami paesaggistici e naturali.
Perché il “mantra” dell’AdSP di Mario Sommariva è storicamente quello di impostare ogni progetto sull’uomo prima ancora che sulle “cose”: aprendo alla gente, invitando, facendo conoscere.
Buon lavoro.